Il cucciolo bavoso è tornato, il cucciolo bavaso ritorna per essere coccolato, il cucciolo bavoso stupisce e disintegra.
I soliti e noti artisti di sempre Jamie Saft all’organo e alle tastiere, Joe Morris alla chitarra, Balazs Pandi alla batteria e Mats Gustafsson al sax.
Free jazz in pillole e indorato, Charles Mingus, Sun Ra pionieri di un genere sempre alla ricerca e alla scoperta, parole in libertà che si trasformano in suoni potenti, eclettici, disturbanti, ti fanno, muovere la testa e non pensare, ti fanno attrarre per poi scomparire di nuovo, in velocità stratosferica, un Marinetti futurista in musica, la lotta della musica alla mercificazione, la lotta della musica alla produzione, di massa, lasciando spazio alle incursioni non dettate dalla logica, ma in mani sapienti trasformate e lontane, le luci della ribalta ottenebrate dalla purezza in divenire.
Un disco che è pieno sfogo personale, è un qualcosa di sincero che si porta dentro, senza se e senza ma, debitori un po’ di un passato, ma in profondità scopritori del futuro.