Schivo, silenzioso, quasi magico.
Un lo-fi che suona da dio, Simone Pittarello è un cantautore atipico, esce dagli schemi della pubblicità canonica, prende un mixerino a tre tracce e ci registra sopra 12 canzoni di immacolata bellezza.
E’ raro, molto aggiungo, ascoltare un disco di questa fattura, registrato con mezzi di fortuna e che entra soprattutto in modo malinconico-decadente nella tua testa, facendo vibrare farfalle in aria su prati di foglie sempre verdi.
Ascoltare Simone è come sedersi lungo un lago e vedere nel mezzo di quest’ultimo una piattaforma sonora dove in acustico si esibiscono Nick Drake e Matthew Bellamy in escursioni sonore ricche di sentimento e calore, percependolo anche a decine di metri di distanza.
Ci sentiamo avvolti da questo suono che si esprime con Bianca Calma nella partenza finendo con Il ritorno; parafrasando un altro cantautore direi che in mezzo c’è tutto il resto…e questo resto è maturità compiuta all’esplosione di pienezza e raccolta dei frutti sperati.
Un invito quindi a farsi largo e trovare una propria via per far conoscere a più persone questo bellissimo mondo che Simone vuole raccontare, non avrà che guadagnarne.
E con le ali spezzate mi siedo e ricucio i sogni che mi faranno volare ancora.