Suoni che sprigionano un’energia viscerale e strappano al tempo la conseguente forma di abbandono per incanalarsi in un flusso di magma continuo che stordisce come pioggia acida riuscendo a trovare dentro di sé un posto naturale in grado di formare geometrie lineari, ma fragorose, concentrate nel buio costante, nella rivincita e nell’abbandono dei giudizi scaraventando a terra, attraverso una base ritmica dal forte impatto, una necessità di intenti e di sapori che mastica l’attesa e l’assenza partendo proprio dal singolone Norimberga, di colori e scie nel cielo da osservare con occhi all’insù e rincorrendo i giorni-canzoni attraverso l’uso estremamente convincente del linguaggio e delle parole, tra l’iniziale Indaco fino al finale lasciato a I santi i nostri Senura apprendono la lezione del passato per un rock alternativo rigorosamente cantato in italiano che racchiude l’esigenza di oltrepassare le barriere fisiche e mentali, lasciando dietro di sé il ricordo lontano di una luce filtrata attraverso un buio costante e minaccioso, a ristabilire nuove forme di comunicazione e di amore.