Piqued jacks – Synchronizer (INRI/Metatron)

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Volare lungo sentieri immaginari dove l’emblema di una vocalità nascosta si trasforma attraverso percussioni incisive che attraversano parti di piano in divenire, parti di piano incorporate lungo il mare di ogni giorno. I Piqued Jacks confezionano un disco dal forte sapore internazionale che sembra quasi un incrociatore sonoro tra Incubus, Counting Crows, Arcade Fire, Joycut in una sorta di bolla d’aria corposa ed ambiziosa dove il tutto vale più della somma delle parti e dove l’evoluzione sonora diventa eco primordiale per riscoprire sempre nuovi territori. Synchronizer suona veloce, un fiume in piena, un’energia viscerale capace di cogliere la parte più emozionale di un rock di davvero facile appeal, ma nel contempo eccellentemente suonato e misterioso nella sua interezza. Polvere e abbandono, luci in dissoluzione, aspettative e grande potenza sonora ad intrecciare le capienze uniche di pezzi come l’apertura affidata a Golden mine per proseguire con l’incanto di canzoni come Mysterious equations, Elephant, Call my name, Fire brigade e la finale Lonely hearts, Cozy hut. I Piqued jacks, con questo terzo disco, danno prova di forte capacità nel creare sovrastrutture da leggere su diversi piani in un vortice contagioso dove la bellezza è a porta di mano e dove canzoni di un certo spessore sembrano parlare con voce amica del domani che verrà.