Peregrines – Proximi Luces (Autoproduzione)

Melodia ultraterrena che abbraccia il suono degli angeli e li riporta inesorabilmente a terra.

Tra la gente comune tra luoghi dove poter rilassarsi ascoltando echi di Fleet Foxes, Simon e Garfunkel e Kings of convenience, con un pizzico di Of monsters and man mescolati al buon Vernon in arte Bon Iver.

Strumenti che danzano e si divincolano tra le note di pianoforti, banjo, violini ridenti  e chitarre a creare quel circolo di aspirazioni che hanno un concreto sviluppo nell’incedere dei brani.

Una musica quasi sussurrata a porre in primo piano ciò che è importante: la luce.

Un disco sulla parte buona del mondo, un disco di speranza e caparbietà che prende l’indie-folk d’annata e lo rivisita  in modo originale, lasciando intendere una ricerca soprattutto sul piano vocale e di voci addizionali che si presentano in maniera puntuale a fare da sfondo a Sean artefice assieme agli altri Peregrines di questa magia musicale.

Di magia si tratta e le basi per un incedere evocativo ci sono tutte, un album quindi che prende il folk, associato spesso alla parte malinconica di ognuno di noi, per trasformarlo in sostanza in perenne mutamento.

Un piccolo gioellino da avere, da ascoltare e da far conoscere a chi ci regala un sorriso di luce.