Nico Gulino – Meglio morire d’amore (Seahorse Recordings)

La senti da lontano la spuma del mare infrangersi sugli scogli accarezzata dal vento, la senti che sprigiona gli attimi di un ricordo che non esiste o che magari non c’è più, intrappolato in un bisogno di appartenenza con il mondo circostante che riempie il nostro essere per ritrovarsi poi diversi e imbrigliati in un qualcosa a cui non siamo capaci di dare un nome, ma che ci tocca da vicino, ci rende vivi, liberi. Meglio morire d’amore è un disco che nella sua orecchiabilità d’esordio ricorda per certi versi le malinconie di Sergio Cammariere, la prosa di De André e gli attimi vissuti tra commistioni di generi che mescolano ska, swing e tango in un’esigenza naturale e necessaria di entrare in comunione con chi ascolta e soprattutto con la bellezza che non si accontenta di rime facili e ammiccanti, ma trova nello scavare a fondo dei sentimenti una propria apertura che si completa e si dissolve come brezza mattutina. La title track è pura poesia, ma non possiamo dimenticare la canzone d’apertura A volte gli occhi, piccolo capolavoro sonoro che permette all’ascoltatore di assaggiare i paesaggi che campeggiano nell’intero album. Si scorre poi con Il mondo fuori o nulla si muove per poi chiudere il cerchio con La tua poesia. Meglio morire d’amore è un disco di cantautorato completo capace di segnare indelebilmente una strada, un percorso, un romanticismo ritrovato che si fa largo in modo incisivo tra le produzioni odierne.