Marco Brosolo – Discografia

Parlare dell’importante e vissuta carriera musicale di Marco Brosolo, artista friulano residente a Berlino, non è cosa da poco e forse non riuscirò a cogliere le sfumature pregiate di una galassia da scoprire, ma tra i meandri dispersi di questa musica cercheremo di conoscere, per interpretare, una coscienza immolata ad un’arte introspettiva, di passaggio, pregna di sintomatiche visioni di questo nostro esistere ai margini di un tempo che spesso non sentiamo nostro.

Mi sono stati donati dischi e vinili dallo stesso autore e ricordo che in queste pagine virtuali avevo recensito tre dei suoi album. In primis quella creatura densa chiamata Paranoia Godard in collaborazione con il musicista Godehard Giese. Un progetto capace di sfornare un disco che diventa ninna nanna dissonante chiamato Concezione e ricamato di sembianze post apocalittiche e sudorazioni astrali mai derivative.

Successivamente ho avuto la fortuna di percepire l’inglobante separazione di immagini e visioni con la creazione di quel Col morbo rosa a costruire architetture che concepiscono la realtà attraversando un cantautorato di difficile incasellamento, ma ricco di variazioni cariche esponenzialmente di sperimentazioni.

 

Per finire l’ultima creatura partorita. Nubi. A raccontare concettualmente deviazioni post pandemia che incontrano legami indissolubili con la terra d’origine e con Pierpaolo Pasolini a mettere in musica dimensioni autorali che si sposano con il nostro lento migrare verso destinazioni spesso inconcepibili.

 

In mezzo a tutto questo ho potuto, solo ora, ascoltare la meraviglia uscita nel 2007 chiamata Eponymous con lo pseudonimo 9. Un insieme di pezzi che sono ballate concentriche a ricordare Blur, Badly drawn boy, Beatles in un’alternanza di costruzioni pianistiche eleganti e cariche di una sorta di psichedelia d’insieme davvero invidiabile.

 

Proseguiamo poi con Volo sbranato, un piccolo capolavoro che unisce De André,  Radiohead e la poetica di Federico Tavan a raccontare le illusioni della vita con un’originalità che si evince soprattutto nei testi serrati e nelle melodie composite. Parole che non si risparmiano donando interiorità all’immagine in copertina capace di racchiudere i brandelli di un’esistenza che non c’è più.

 

Ad implementare la monumentale produzione un vinile altrettanto catartico chiamato Cadremo feroci a ricompattare nove pezzi di elettronica in decomposizione, ma magistralmente interpretata nel correre contro le tempeste dei nostri giorni. Ospiti Pierpaolo Capovilla, Bobby Solo, Rudi Moser degli Einstürzende Neubauten, la musicista elettronica di Barbara Morgenstern per un risultato d’insieme stupefacente e degno di segnalazione.

PrimaryL’artista trapiantato a Berlino, poi, mi trasporta all’interno di una compilation su vinile di musicisti berlinesi Überlebenskunst – Berlins Internationale Musikszene Vertont Den Klimawandel, un enciclopedico viaggio di sola andata ricco di considerazioni, generi, ispirazioni che il nostro ha potuto completare con due pezzi You never love e Pensiero.

La poetica di Brosolo sposa una varietà non indifferente di creazioni accolte e assimilate. Concetti che diventano esplorazioni che si muovono nel mare incontrastato della sperimentazione a descrivere, in modo mai superfluo, un concentrato di sogni mancati all’interno di un carisma in evoluzione. Dischi che restano e che si fanno cultura portante per i giorni a venire.

Per conoscerne l’artista:

https://marcobrosolo.bandcamp.com/