Majakovich – Il primo disco era meglio (To lose la track)

Majakovich: “il primo disco era meglio”

Questo è il futuro della musica italiana.

Dopo l’ascolto del loro nuovo disco, prodotto da Tommaso Colliva, i Majakovich ci ribadiscono che la loro musica non ha nulla di scontato anzi il tutto ricalca alla perfezione un’idea, quel concetto di fare dell’ottimo sound in un periodo spesso alla deriva, ma ogni tanto anche capace di stupirti con perle di rara provenienza ed aspetto che ti entrano come vetri in frantumi nella pelle mutevole, costringendoti a trovare quella fiamma sempre accesa che risiede dentro di te.

Un rock emozionale contornato da muri granitici di chitarra che si contappongono in modo efficace ad una sezione ritmica che non ha nulla da invidiare a band di maggiore caratura.

Il tutto suona legato ad una cascata imperiosa di fronte ad un palazzo di cristallo dove la luce si fonde con la limpida acqua formando un arcobaleno di colori irrimediabilmente maestoso e solenne, quasi a trovarci al cospetto di una nuova meraviglia.

Ci sono echi di Ministri, Afterhours, Marlene Kuntz, ma anche Zen Circus e il suono via via acquista più incisività in pezzi che si contorcono dopo la sognante Ufo lasciando spazio a vibrazioni sonore che difficilmente ti fanno pensare che ora in Italia ci sia qualcosa di così maledettamente valido.

Un disco da tenere in qualunque angolo della casa: potrebbe essere una nuova colonna sonora per i nostri giorni, fino alla prossima prodezza, fino al prossimo respiro.