Lontano da qui è il disco del suono nei vicoli delle città abbandonate allo scorrere dei giorni, è la voce del vento che attraversa delicatamente le fessure dei balconi con uno occhio che guarda il mare e l’altro che guarda al futuro immaginifico, dove forma canzone e poesia si incontrano per dare vita ad assaggi sopraffini di musica delicata, cantautorale, vivacemente sospesa in una continua ricerca di armonia e parole che inglobano e fanno si che questa world music sia un concentrato di emozioni non abbandonate al suolo, ma piuttosto una visione disincantata della vita che si sofferma nel descrivere i vizi di una società e i continui cambi di forma di quest’ultima soffermandosi sull’importanza del viaggio come forma di pensiero costante e unico credo per evolvere, cambiare, mettersi in gioco e dimostrare che pezzi come Tsunami, Jim e Anne, La signora dei post-it e Il bar giù all’angolo non sono altro che facce di una stessa medaglia mutevole; facce messe in scena in questa opera chiamata vita e che i nostri Lontano da qui sanno raccontare in modo mai banale, ma anzi del tutto costruttivo e mirato alla ricerca di quel qualcosa che solo il tempo saprà definire e focalizzare.