La Madonna di MezzaStrada – Crono (La Fame Dischi)

L'immagine può contenere: una o più persone

Paesaggi sonori cupi che si aprono pian piano verso un cantautorato di stile eccentrico che amalgama la lezione del prog per intersecarsi in modo naturale con un folk condito da spruzzate lisergiche di assoli d’arco per un post rock dove le parole diventano poesia e dove l’affascinante uso di sintetizzatori e importanti passaggi cosmici da vita ad un excursus sul tempo e sulla sua molteplice ineluttabilità, toccando argomenti metafisici con la passione di chi, al terzo disco, ha tutte le carte in regola per rientrare in quella cerchia di band che sanno suonare, ma che sanno anche usare le parole.

Bellissima la traccia d’apertura Albero che via via apre la propria chioma in modo da far scoprire un paesaggio di colori che passano dal rosso al verde, toccando il blu e le moltitudini di necessità che guardano il cielo in Dirigibili e atterrano nella vita di tutti i giorni con Cesare per una compiutezza che ritroviamo nelle poche parole di Crono, outro visionario di pregevole effetto.

Un disco da scoprire che mi auguro sia un passaggio essenziale per una band che non ha mai smesso di cercare la propria strada tra le moltitudini di percorsi presenti, con coraggio e determinazione, con fame d’aria e parole nuove.