La febbre del venerdì 13 – La febbre del venerdì 13 (Dischi Soviet Studio)

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Chitarra acustica in primo piano e tanto tanto rock alternativo degli anni ’90 che si incrocia perfettamente con il sapore vintage di ballate sospirate quanto attese, richieste e divincolate dalla noia quotidiana, che regalano brio introspettivo e bellissime immagini che si stagliano nella mente di chi ascolta, chiedendone ancora, sempre di nuove.

Quello di La febbre del venerdì 13 è un disco che sposa perfettamente sonorità american alternative con il cantato in italiano sospeso tra testi di spessore conditi da una forza onirica del tutto particolare e del tutto nuova.

Questi pezzi parlano però anche di oscurità, parlano di viaggi infiniti lungo autostrade notturne, dove le uniche luci disponibili ai nostri occhi sono quelle delle stazioni di servizio, pronte ad accogliere auto e viandanti assetati.

Un desiderio improvviso e febbricitante di trasformare un pensiero in realtà, così Babbo Ciaimani ex Les Brucalifs incanala pensieri per dare un senso ad un album tutto suo, lontano da logiche di compravendita, ma quasi uno sfogo di introspezione sonora.

Ecco allora che i testi lasciano spazio ad incursioni psichedeliche ricordando per certi versi i Pumpkins più orecchiabili, incrociatori cubici e interstellari di volume spaziale.

Un disco carico e riflessivo allo stesso tempo che di certo non passerà inosservato negli abissi sonori del substrato italico regalando al nostro corpo, ascolto dopo ascolto, quella piccola parte di Noi che si è persa nel tempo.