Incomodo – Un po’ di silenzio (Mammut Produzioni)

Toni dirompenti inframmezzati da attimi di riflessione sonora che ti integrano un mondo che lontano si avvicina per fondere il pensiero con un’unica e grande vittoria lungo i tracciati della vita, che non sempre risultano comprensibili, anzi, si portano con se incertezze e malesseri, vissuti distorti e raggelanti previsioni.

Gli Incomodo lo sanno bene e sono arrivati a questa certezza perchè a loro piace sperimentare; quella sperimentazione che parte dal substrato cosciente di un rock aternative di pura matrice indie che strizza molto bene entrambi gli occhi a Pixies e conterranei Verdena, mettendo in discussione i tempi moderni e il costante cataclisma che stiamo vivendo, interrotto solo di rado da attimi di felicità.

Con gli Incomodo parlano prima di tutto i testi: un pugno nello stomaco contro il banale e già sentito, trasformando il tutto in una materia tale che le lacerazioni provocate non sono altro che pezzi di vetro incastrati come specchi di selfie arruginiti.

Della vita i nostri non vogliono di certo fare un’autocelebrazione e si concedono di spaziare in territori sonori del tutto accattivanti e interessanti, un labirinto metaforico da cui è difficile uscire.

Notevole il punk di fine ’80 di E’andata così come non passa inosservata la ballata L’ignavo e poi come non dimenticare le sonorità accattivanti di Ora non mi va e gli attimi di respiro con E’ andata così e Sai ti dirò.

Un disco che brilla per giovinezza, freschezza e capacità espressiva, un disco che si concentra su di un punto preciso per passare all’argomentazione sperimentale, lasciando dietro di sè solo attimi di lucidità.

Se fossimo negli anni ’90 qui si parlerebbe di storia.