Herbert Stencil – I Gelati alla moda (Autoproduzione)

Chitarra acustica strampalata in mano che si condensa e si fa liquefatta in elettriche d’abbandono punk rock che si distendono e lasciano entrare violentemente batterie e suoni in suspense che si alternano ai colori dell’improvvisazioni tanto questo disco è marchiato a fuoco da generi che prevalentemente spaziano dallo psycho al beat, dal rock d’oltre oceano al punk gridato a squarciagola che si consuma indifferente alle mode quasi fosse un’esigenza quella di contemplare ancora a fondo un attimo di orizzonte.

Herbert Stencil è un cantautore nato in Sardegna, dopo innumerevoli lavori più o meno rinfrancanti il nostro si concede alla vita da ingegnere, ma nello stesso tempo compone musica stralunata che non vuole rientrare in un determinato genere, ma che si esprime come esigenza essenziale di vita, senza risparmiare nulla e nessuno.

Affiancato nei live da una band e nel disco da una forte dose di sintetizzatori Herbert Stencil si concede senza problemi, abbandona il superfluo per far dell’introspezione nonsense un cavallo per entrare nella ricca città e attraverso un dissacrante uso dei termini, poter penetrare a fondo e non risparmiare nessuno e nessuna.

Meno tasse e più donne naif questo è il suo slogan, in onore di una spontaneità che deve essere ritrovata per poter fare del mondo un qualcosa di migliore; pensiamo a pezzi come Ci ho pensato domani o Quando andavo al conservatorio, per passare dalla title track fino a Il cervello è scaduto: richiami da Gaetano suonato dagli Exploited, Zen Circus e Tre Allegri in un mix di musica sudata fino all’ultima nota.

Un disco che merita attenzione perché risulta essere una prova in stato di grazia, capace di rischiarare il cielo dalle giornate grigie, tra il ritorno delle cose semplici ed essenziali e una maturità raggiunta e tangibile.