Le contaminazioni sono di casa all’interno di una scatola mai chiusa dove prodezze sonore innescate dalla bellezza si fanno punto preponderante per creare elementi di contagio suadente, di eleganza e raffinatezza disseminata per stupire ed unire generi su generi, punti su punti che si uniscono intercettando gli umori di una contemporaneità in evoluzione. Francesco Venerucci con Girotto, Ferrazza e Fioravanti, riesce a dar vita ad un quadro di insieme emozionante, dove tutti gli elementi in campo sono essenziali e unici nell’intersecare visioni che si fanno costante ricerca da intraprendere nelle innumerevoli sfaccettature dell’universo musicale umano. Dentro c’è il jazz, certo, ma anche un profumo di world music che si sposa con i suoni latini ad improvvisare l’importanza del divenire grazie ad una melodia che non ha confini. Da I funamboli fino a Lament song passando per Just a ballad, Le stagioni, la stessa title track, il quartetto capitanato da Francesco Venerucci, integra forme e sostanze, passato e futuro, punti di un mondo in dissoluzione che qui ritrovano il senso della parola unione.