Francesco Pelosi – Il rito della città (Autoproduzione)

Partire dalla città per addentrarsi lungo vicoli di provincia che hanno il sapore della nebbia e del bosco, del tempo scandito dalla sua lentezza e dai modi di occupare la vita tra osterie e persone da guardare e osservare negli occhi profondamente. Francesco Pelosi nella sua prova d’esordio dà spazio ad una musica d’autore introspettiva, profonda e notturna in quanto riesce non solo a dare un senso di oscurità all’insieme di canzoni proposte, ma riesce a trasportarti all’interno di un mondo dove la notte è madre, sovrasta e crea microsolchi ambientali capaci di appartenere ad una dimensione quasi ultraterrena tra il solenne e il ricercato, tra De André e Cohen in un viaggio all’interno della nostra anima che scava e circonda, assapora e rende leggero il nostro vagare intorno. Nelle composizioni di Francesco respiriamo la magia di un bosco autunnale e della montagna, delle porte tarlate abbandonate al tempo e dei fiori che via via si stanno per appassire lasciando posto al ricordo, alla malinconia e allo spogliarsi di ogni orpello per ridiventare sempre e solo noi stessi. Da Sonno, il singolo O morte passando per Nordest, Le belle canzoni e il lungo e a sorpresa finale di No pasaran il nostro ci regala una prova d’autore intensa e meditata di quelle che hanno il sapore della polvere e della realtà che ci costringe ad aprire gli occhi e a guardare il resto attraverso nuove prospettive.