Finalmente un cantautore frivolo, poco impegnato, poco serio ma dai davvero???
No Fiorino non è questo o almeno non sembra questo dopo un ascolto attento e completo del suo primo LP Il masochismo provoca dipendenza.
Di certo si respira in tutto l’album un’aria di tranquillità e pace, scandita da fischiettii e voce che se ne va per così dire a puttane, ricordando il Dalla e il Gaetano degli anni ’70 che raccontava storie di non senso, importanti quanto basta per gridare al miracolo, ricucendo strade interrotte e facendo ancora sperare che il nulla non si aprisse agli anni ’80.
Matteo Fiorino nasce a La Spezia, marinaio di professione e cantautore per vocazione, come ama definirsi e certamente questa sua capacità va ben oltre le attese.
Nei suoi testi troviamo l’ironia, ma troviamo anche la verità che si trasforma in veridicità e profonda convinzione che tutto ciò che possiamo creare lo possiamo anche donare agli altri in segno di gratitudine, ma anche in segno di protesta contro un’Italia che non esiste, relegata all’angolo del mondo circolare.
Ecco allora che i testi, si fanno esperienza di vita da narrare e come un flusso di pensieri si esaltano allo scorrere del tempo e alle emozioni vissute.
Fiorino è un cantautore atipico, per fortuna, che trasforma sassi in fiori e pezzi di carta straccia in acquarelli leggeri.