Disco strumentale fatto di chitarre evocative che colpiscono per complessità di arrangiamenti e dilatazioni sonore in grado di percepire il tempo atmosferico e il nostro divenire in una continua metamorfosi che profuma di evoluzione e simultanea riappacificazione con il nostro stare e il nostro comprendere. Il nuovo di Fabio Mazzini non nasconde il piacere per la sperimentazione, dosando, in modo maniacale, i colori provenienti dai numerosi paesaggi evocati come fossero colonna sonora mutevole di questa e altre vite possibili. I pezzi proposti, da Carillon a Three mountains, sanno descrivere l’attesa per le cose belle, quelle suonate con il cuore. Un’attesa che scioglie le circostanze per trasportarci all’interno di nuovi universi in via di definizione. Mondi lontanissimi che si possono toccare. Tangibilità e concretezza, quindi, per una rappresentazione magica e misteriosa che diventa fusione imprescindibile con gli elementi della natura che sono parti indistinte del nostro esistere.