Eugenio in via di Gioia – Lorenzo Federici (Libellula/Audioglobe)

Scanzonati in una giornata di sole a correre lungo gli ombrelloni della costa, tra natura incontaminata e pubblico presente, ma non affollante, carico di quella capacità di farti sentire a casa in un posto che non è più tuo.

Dissacranti e avvolgenti li definirei intarsiati di quella capacità prettamente acustica di creare melodie vincenti che si ritrovano a far capolino con un cantato essenziale e non trascendentale per arrivare diritto al punto, alla conclusione, al concetto che si dirama lungo i 10 + 1 brani che compongono Lorenzo Federici il primo album di Eugenio in via di Gioia.

Testi semplici quindi, ma mai scontati dove il cantato avvolge le storie e come per magia le racconta, le spiega, le fa proprie fino a regalarle a chi ascolta o almeno a regalarle ancora a chi qualcosa vuole ancora ascoltare.

Infatti questo sembra un disco di trascorsi felici, ma dentro possiamo trovarci introspezione e la malinconia per qualcosa che non funziona, che non va come vorremmo andasse, che si perde per poi ritrovarsi in un cerchio continuo a formare la vita.

Ecco allora che la canzone d’autore di Gaber e Jannacci si scontra con la delicatezza di De André e De Gregori a ricreare una torta dai molti strati, dove le ciliegine sono proprio questi giovani torinesi che confezionano un lavoro esemplare, fresco e convincente.