Achab morirà in combattimento, colpito da una freccia, e i cani leccheranno il sangue delle sue ferite come aveva preannunciato il profeta Elia
I cani stanno abbaiando e qualcuno entra, rumori di catene e passi svelti sulla nave, il cielo si riempie di presagi negativi: ecco in scena gli Elettrofandango.
Chitarre poderose e voce teatrale per un disco che risveglia desideri di entrare in un’epoca sconosciuta dove i galeoni solcavano i profondi mari in cerca di incubi perduti.
Terza prova per questa band infernale che mescola sapientemente rock alla Nine inch nails e testi completamente in italiano: Alberto Ferrari e Capovilla Pierpaolo sul molo di notte.
I quattro veneziani fanno assaporare in qualche modo la loro terra lagunare: “Achab” è un concept album che parla del lato oscuro del mare.
Così possiamo immaginare Francesco Montagner, Stefano Scattolin, Marco Giusto e la voce abissale di Giovanni Battista Guerra con la loro strumentazione: fusti e ferro, basso, pianoforte, sintetizzatori e chitarre che suonano a poppa di una nave che traghetta anime nell’aldilà.
Il suono è potente e intrigante, ascoltarli è come guardare un film di Romero dal di dentro: tutto appare chiaro e allo stesso tempo inquietante.
Sette tracce di poesia hard rock con citazioni mai banali e scontate, dove da farla da padrone è un delirio di suoni aspri e pericolosi che fanno vibrare e lasciano solchi incolmabili.
Mi auguro che un gruppo di questo livello possa trovare il giusto spazio tra la deriva folk dell’ultimo periodo, mi auguro che ci sia una vera e propria scelta su ciò che vale musicalmente in Italia, un vero e proprio giudizio e non mi riferisco al Dente…del giudizio.
http://www.elettrofandango.com/