DuValier – III (Autoproduzione)

imageQuesti giovani thienesi, provinciali di Vicenza, ci sanno davvero fare.

Solo 3 canzoni sporche, piene, dense di blues maledetto e rasserenamenti post aurora boreale in cui le sostanze si complicano per avvicinarsi ad un mondo in putrefazione e alterazione continua, un mondo di risorse da cui attingere i vuoti di una memoria senza tempo, un suono che è il racchiudersi di un’orchidea maledetta e rappresa al suolo dalla nera pece.

Un ep che parla di strade, donne, maturità e senso della vita che sprofonda in canzoni dalla matrice rock ’70 e perle in disillusione pronte a colpire, pronte a far sperare ancora.

Ecco allora che i toni post punk di M.A.D. si fanno distese infinite in Texas per finire con le chitarre di pura improvvisazione in Dallas ’63.

Una bella piccola, prova, matura ed eterogenea che si lascia alle spalle le ingenuità da prima band per approdare in territori più incisivi e completi in attesa di un vero e proprio full lenght.