Il dEli – Lo stupido che canta (Tunecore)

Molteplicità di strati e di generi che creano architetture sorprendenti per il disco d’esordio di Roberto Deliperi, un album che avvolge per completezza e sostanza tanta e che non ammicca di certo all’indie nostrano, ma ha il sapore di un’internazionalità convinta frutto di unione con il tempo che passa, abbracciando un rock di ampio respiro che sfiora i Pink Floyd, per arrivare ai più moderni e italiani Afterhours e Marlene Kuntz. Lo stupido che canta rappresenta un concentrato di canzoni sedimentate nel tempo e che d’improvviso, dopo esperienza su esperienza, escono dal cilindro dei ricordi, escono così bene che sembra quasi di ascoltare un concept ben congegnato, dando senso ad una visione d’insieme che si fa introspezione e aggancia canzoni come Stefania, London Sun, Blues d’amore o Viaggio dalla terra. Il disco di Il dEli è un multiforme progetto che abbraccia una schiera innumerevole di musicisti, un album davvero interessante in parte acustico, in parte sintetizzato, lasciando fuori il rumore inutile di questa società e facendo parlare ciò che conta veramente e cioè la musica che ingloba e fa respirare.