Clamidia – Al mattino torni sempre indietro (Cup of tea)

Post rock apocalittico che analizza svicerando gli anfratti delle nostre coscienze raccontando con una voce disturbata il forte andirivieni commosso e sommesso, privato esempio di compostezza e beatitudine per lasciare spazio ad una voce sofferta che si consuma.

Un cantato declamato quello dei Clamidia, che si sono assicurati un viaggio senza ritorno verso i pianeti più nascosti dietro ai nostri occhi, dietro alle nostre orbite turchesi che sembrano chiedere quanta aria manca per il nuovo giorno che deve ancora arrivare.

Ecco allora che il verismo si fa canzone e poi arte in un continuo ricercare  di modelli di stili a cui approdare anche se i nostri ricalcano alla perfezione quella tipologia di band che cerca una propria strada lungo territori ostili e inospitali.

Bellissima l’apertura affidata a La croce, che si immola come essere ultratterreno tra Noi nella commovente Fondazione nuovo pensiero, per abbandonarsi ai flutti di Ulisse e poi via via a raccontare fino all’ultima nota di Redenzione e Grazia un post rock contaminato dalla new wave più oscura e fibrillante.

Un disco ricco di contenuti e sonorità, intriso di quella capacità sopraffina di rendere reale un concetto che solo al pensiero era data l’autorizzazione di esserne il re.