Cato – Cato (Autoproduzione)

 

Cantautore aperto ad un progetto ampio che si divincola in modo preponderante da ciò che potrebbe essere solitudine cercando di assimilare l’impossibile, incanalandolo in un destino del tutto solare, sperimentando novità udibili, cavalcate elettriche e liriche che parlano del disincanto e dell’amore sperato, cercato, incompreso e vissuto quasi fosse essere unica sostanza vitale che ci tiene in vita.

Ecco allora che la proposta sonora si fa leggiadra con sferzate elettriche che ricordano quel Grace di Jeff Buckley tanto arcano e misterioso quanto pop e così vicino al mondo di tutti che perle immacolate di così elevata caratura non si  possono scordare tanto facilmente.

Un saliscendi emotivo che Roberto Picinali conclude al meglio cercando una linearità di stile quasi fosse un quadro d’autore che è in continua e perenne ricerca di una propria strada, lontano dalle forme di mercificazione che la musica soventemente è portata a seguire e lontana dal mondo globale e uniformato.

Copertina psichedelica in sguazzi d’artista, otto tracce immaginarie e reali, che partono con i ritmi di Accendimi e finiscono con la suadente Princess.

Un disco complementare, vero e reale, un assimilarsi di onde prolungate in un eterno raccontare di storie e impressioni che non finiscono mai.