Metibla – Mondo balordo (Autoproduzione)

Funamboliche basi elettroniche intessute attraverso le sensazioni di Riccardo Ponis identificano un’essenza primordiale grazie un uso potente del suono pronto a colpire anfratti celati ad ogni latitudine conosciuta. Tornano i Metibla, o meglio torna Metibla sotto una veste di one-man band con un disco capace di scavare nelle profondità della materia, del reale, per scaraventarci negli abissi della coscienza e regalarci pezzi potenti e affilati. Niente bolle sulla pelle, Tu sei speciale, Tante paure per niente, Voglio l’inferno, Diventa cenere, sono pezzi di un puzzle dove la realtà è impregnata di veridicità e dove le sensazioni di trasporto sono costruite attorno ad un’esigenza, sempre viva, di ottenere il meglio dalle proprie possibilità. Mondo balordo racconta del nostro universo, di ciò che potrebbe diventare, prima o poi, in via di estinzione. Racconta di malinconie e introspezione spruzzate da un’ironia tagliente per un risultato d’insieme che profuma di essenzialità scovata.


Ex polvere – Essere al mondo (Resisto)

Dramma esistenziale che diventa un domandarsi nelle difficoltà quotidiane nel tentativo di creare un’immagine viva e reale da seguire, da cui partire per creare nuove mete, nuove destinazioni. Ex polvere parla di depressione, di momenti bui e incerti, racconta di luci oltre il labirinto della coscienza, di tutti quei fantasmi che attorno vivono al nostro lento migrare, parla di approdi vicini, ma sconosciuti. Essere al mondo non è semplice costatazione, ma un disco che suona cupo, nonostante la deriva indie pop. Ecco allora che si crea la dicotomia luce/oscurità, quella sensazione percepita che rende il tutto omogeneo e particolare, pur ricordando band come Ex-Otago, il nostro Ex Polvere riesce a creare una sorta di alchimia che si fa viaggio esperienziale, quasi un’anticipazione di ciò che sarà grazie ad un EP che getta le fondamenta per i sentimenti musicali che verranno.


Potena – Canzoni per l’inverno (Alka Record Label)

Canzoni per l'inverno

Il rock d’autore di Potena è forte quanto basta per parlare con il cuore e la testa dei viaggi nella quotidianità che sono la base necessaria per comprendere strade da seguire nel complicato labirinto delle sensazioni e delle emozioni umane. Canzoni per l’inverno nasce come medicinale attivo per curarsi dal freddo invernale, per dare forma decisa e nuova luce alle sensazioni dello stesso artista. Basterà, la title track, Madre, Semplice, sono la normale prosecuzione di un percorso che parla come diario di vita interiore e che trova uno sfogo nel particolare flusso musicale ricreato. Nell’album di Potena c’è la new wave degli anni ’80 e l’alternative dei primi ’90, c’è il desiderio sempre acceso di provare a dare un senso ai passi incompiuti di ogni giorno. Canzoni per l’inverno suona, nel suo insieme classicheggiante, come un agglomerato di tracce che nella loro singolarità sanno costruire un puzzle emotivo definito e omogeneo, un quadro d’insieme generoso nell’immediato e da valorizzare sicuramente nel futuro.


Chianluca – Vivere all’infinito (VREC)

Vivere all'infinito - Chianluca | Foxy Lady Ascolta

Psichedelia raccolta e racchiusa ad intensificare momenti di cantautorato che si sposano con una serie di generi che via via imprimono certezza e potenza a sonorità sghembe che però riescono a ritrovare una sorta di spazio vitale racchiuso nelle molecole temporali di questo vivere. Chianluca ci regala un album sospeso, di difficile categorizzazione, ma in grado perennemente di ricercare uno spazio vitale nelle costruzioni, nelle architetture create. Dentro ci possiamo ammirare un pop sopraffino sporcato dal rock e dal progressive per un risultato ben lontano dagli stilemi della quotidianità. Destabilizzante l’interpretazione di Emozioni di Lucio Battisti, riusciti poi i singoli Girasoli ed Eclissi di marzo per un album ricco di sfumature che non si risparmia e che riesce a trovare una sorta di pace mistica nelle numerose elucubrazioni proposte. Un lavoro certosino, questo, dove il carattere personale del nostro esce nella sua interezza scolpendo di bellezza soluzioni non sempre semplici e immediate. Un disco d’insieme originale e introspettivo.


I segreti di Hansel – Tienimi ora (VREC)

I Segreti di Hansel “Tienimi ora” - Rock Nation

Rock che non si risparmia e ricorda inevitabilmente band viscerali impresse nella mente degli ascoltatori come Marlene Kuntz e Afterhours in un sodalizio magnetico e magmatico con tutto ciò che ci circonda e con tutto ciò che stupisce ed imprime energia al mondo circostante. Il disco de I segreti di Hansel è un insieme discostante e vorticoso fatto di elementi capaci di oltrepassare la quotidianità cercando di denunciare proprio quella vita che troppo spesso ci rende schiavi e imprigionati nelle rovine della realtà. I nostri riescono, con una certa semplicità di fondo, a creare architetture in bilico tra alternative e musica d’autore per un risultato d’insieme a tratti davvero esaltante. C’è ancora qualche angolo da smussare, forse, ma la strada intrapresa è sicuramente quella giusta. Una musica che si dona per una complessità ricreata malleabile e sincera.


Thomas Frank Hopper – Paradize city (VREC)

Thomas Frank Hopper “Paradize City” - Rock Nation

Strutture sovrapponibili intensificano visioni provenienti da paesi lontani che inevitabilmente si sposano con la concezione materica di un rock sporcato dal blues diventando pian piano punto imprescindibile con il mondo circostante. Ritorna il musicista belga Thomas Frank Hopper con un album fatto di canzoni inglobate in una poetica che cerca di costruire sostanziali elementi di rimando con una scena sempre in costante evoluzione. Un rock sporco e deciso, ricco di sfumature e non banale, ma che attira pezzi, frammenti di vita, ributtandoli al suolo per cercare nuove vie di fuga. Tribe, A song for the devil, la stessa title track, Dog in an alley sono solo alcuni dei punti imprescindibili di un disco fatto di tanta sostanza e di realtà. Un album che non si risparmia e che trova, nelle fessure riscoperte, la strada da seguire, il punto di fuga necessario.


Stanislao Sadlovesky – Il declamatore (Overdub Recordings)

Stanislao Sadlovesky – Il Declamatore – suoni tribali

Sono poesie lasciate a decantare e intrise di significati nel complesso mondo incastrato delle vicissitudini esistenziali. Sono parole mai lasciate al caso, mai lasciate al vento che diventano preponderanti nella costruzione di una realtà fatta di denunce agli abusi di potere, una costellazione di frasi parlate che lasciano il segno. Il declamatore è un disco complesso, oscuro e intricato. Un’elegante rappresentazione di questa nostro vivere che ingloba le tentazioni dell’epoca moderna e le snocciola lungo sentieri impervi e mai pienamente definiti, ma ricchi di pathos e atmosfere a ricreare un modo di essere, una realtà che ricerca il tempo perduto nelle metafore esistenziali. Ecco allora che il disco si propaga come nube imperiosa a ricoprire di voci le basi elettroniche ricreate per una condensata visione attuale di un presente da decifrare attraverso un uso intelligente della forma canzone.


Keine Strasse – Wake up in the cosmos (Overdub Recordings)

Psichedelia allo stato puro che imbriglia elementi di luce all’interno di metafisici corridoi lunari da dove guardare la terra chiedendosi se tutto quanto intorno ha un senso definito. Di definito, però, nella musica dei Keine Strasse non c’è nulla se non un’attitudine presente nel cesellare a dovere panorami lisergici in continua mutazione. Wake up in the cosmos suona variegato e malleabile. Un album che sembra perdere le coordinate per incontrare elementi dl futuro nella velocità di questo esistere. Una rincorsa che diventa attitudine, un bisogno necessario e convincente di creare legami all’interno di scatole ermetiche e dipinte dal colore del nostro immaginifico satellite. Una luce oltre il buio e tanta dose di sperimentazione sono gli elementi necessari per comprendere una creazione che esiste e vive oltre gli anfratti della nostra coscienza. Una scheggia impazzita di variegata ed essenziale presenza nel panorama musicale di genere.


Mojoshine – Parto naturale (Overdub Recordings)

Parto Naturale - EP - Album di Mojoshine - Apple Music

Rock miscelato al grunge e all’alternative che riesce ad innescare la miccia della potenza all’interno di pezzi che diventano deflagrazioni siderali per i nostri futuri incerti. Il disco dei Mojoshine è un’alternanza costruttiva che disegna architetture in grado di ottenere risultati miracolosi e impressi, perennemente in bilico tra passato e presente e calibrati nella nostra quotidianità, nel nostro vivere giorno dopo giorno. Ci sono buone prospettive in vista e margini di miglioramento, ma nel complesso la mastodontica impresa è impattante e il muro di suono ricreato esce imponente soprattutto, immagino, in chiave live. Una mescolanza di voce maschile e femminile che ricerca un equilibrio di genere riuscendo ad incastrare, pezzo su pezzo, i significati da veicolare. Sono sei brani, un incrocio tra Ep e disco completo che trova nelle mezze misure la chiave di volta nel cercare uno spazio di libertà nel panorama, saturo, della musica italiana.


 

Bloody sound/AA.VV. – Sound bloody sound (Bloody Sound)

Sound Bloody Sound - La raccolta per i 20 anni di Bloody Sound

Selezionate con indiscussa capacità, arrivano, raccolte in un’unica compilation, alcune tra le canzoni che hanno segnato l’etichetta Bloody Sound nel corso della ventennale presenza nella scena underground italiana. Daniele Nando Luconi e Nicola Amici raccolgono parzialmente sudore e momenti da intrappolare in un’unica fotografia svincolata dalle mode del momento attraverso le sensazioni e le esperienze di una label che ha fatto dell’alternative e della ricerca la propria chiave di volta. Ci sono gruppi, band, autori come Lleroy, Esseforte, Kaouenn, Loris Cericola, Heat fandango, CUT, una scena espansa nel corso del tempo e che ha visto Ancona e la sua provincia essere al centro di un progetto capace di durare nel tempo. Un esperimento riuscito, un omaggio e un inno al non perdersi. Uscito in cassetta e in CD edizione deluxe, Sound bloody sound racchiude uno spirito, un’esigenza che oltrepassa, con stile unico ed eterogeneo, la nostra quotidianità.