Andrea Arnoldi e il Peso del corpo – Le cose vanno usate le persone vanno amate (Autoproduzione)

Andrea Arnoldi e il peso del corpo stupiscono per l’intimità che riescono a dare canzone dopo canzone in questo album totalmente autoprodotto.

Un susseguirsi di storie raccontate con un filo di voce, quasi trasparente e velata da uno spirito del tempo che abbraccia e silenziosamente si affaccia al domani che deve ancora arrivare, ricco di quella capacità di dare colore dove il colore non esiste ancora.

Una passeggiata in un prato dall’erba tagliata, una giornata di sole in un inverno mite e lento che si appropria dei nostri ricordi per farli bruciare in un camino che non sente il bisogno di farsi fuoco, di accendere ciò che è spento da anni.

Andrea Arnoldi è un cantastorie introspettivo e nascosto, un restauratore d’anime che con passione si concentra solo su ciò che è necessario, solo su ciò che conta veramente.

Ecco allora che i pezzi ammaliano e presentano quell’approccio cantautorale che lascia sperare un futuro diverso.

Prendi pure l’apripista rebus, la tavolozza che si colora in Parigi-Torino e poi la bellezza di ultima lettera di K a Milena e come non ricordare il miglior De Andrè alle prese con sperimentazioni di strumenti tra i più disparati.

Meraviglia poi in decalogo un riassunto del pensiero del cantautore.

Un disco puro, onesto nella sua semplicità e purezza, un ritornar piccoli, con canzoni piccole, ma dai testi profondi che se solo avessimo un quarto di queste canzoni a disposizione ogni giorno forse, a mio modesto parere, il nostro Paese non sarebbe poi così alla deriva.