Composite note d’autore inglobano l’etere attraverso spaccati jazz che si intrufolano all’interno di nascosti anfratti crepuscolari in grado di attraversare momenti che non torneranno più e come velo tumultuoso intersecano energia, meditazione, circostanze e parallelismi con la realtà. Il nuovo di Matteo Paggi è un album umorale, poliedrico e ricco di sfumature. Un disco fatto di sovrapposizioni e bisogno di comunicare stati emozionali a dismisura in una raffinatezza concentrica che si sposa con le peripezie create. Sono tracce immersive, aperture e chiusure, fantasia e facilità di esecuzione che si ripercuotono nella polvere di una sperimentazione inebriante, a tratti nostalgica, in bilico tra passato e futuro. Otto pezzi d’avanguardia da Ham and sun fino a Slow my skiin passando per Ricordo, Cantiere, Return, a riscoprire bellezza in successione che nelle partenze e negli arrivi si fa chiave emblematica per i sogni a venire.