To die on ice – Una specie di ferita (Grandine Records/E’ un brutto posto dove vivere/Non ti seguo Records/Weird side)

Il porno quando non sei intorno attraverso un jazz sottoposto ad un taglio cinematografico trattiene interscambi sonori con elucubrazioni cangianti e multiformi dove l’assemblaggio di elementi variabili è dimora necessaria per sperimentazioni che attanagliano le parti più nascoste del nostro cuore. Una specie di ferita sembra quasi una colonna sonora per un film di prossima uscita. Una musica suadente, a tratti disturbante, costruisce sensazioni all’interno di scatole chiuse, compartimenti stagni che bruciano di luce propria. I To die on ice trasformano l’oscurità, il nero che avanza, in qualcosa di famigliare, in un qualcosa da addomesticare, di esplicito. Lynch, Trent Reznor, Badalamenti nel loro momento migliore per un risultato che profuma di novità e persistente necessità di cercare oltre l’abisso in cui viviamo.


 

Batsalsa experience – Astrea (Grandine Records)

Batsalsa Experience: "Astrea" recensione

Sangue e sudore all’interno di questa quotidianità intensificano i rapporti con la terra, con il dolore di appartenenza incentrando vissuti e scoperte all’interno di pezzi che se ne fregano del contesto per esasperare un grido di presenza fatto di carne e macerie lasciato al tempo che verrà. Il disco dei Batsalsa experience, band bolognese, con all’attivo un album targato 2019,  è un concentrato di soluzioni punk sbottonate che parlano di ribellione e provincia, parlano di grotte e angoli oscuri da perlustrare e di pensieri che oltrepassano la media delle produzioni odierne. Una qualità Lo-fi porta i nostri a riempire di fango un suono che rimanda inevitabilmente ai CCCP e a qualche perlustrazione in area Offlaga Disco Pax per un risultato spinto e prezioso, quasi un bisogno vero di comunicare fuori dal buio di questa realtà.


Kodaclips – Glances (Over Dub Recordings)

Glances - Kodaclips

Sonorità spolverate negli anni ’90 diffondono un suono che ricorda per certi versi le prime sperimentazioni degli Smashing Pumpkins, degli Slowdive, dei My Bloody Valentine all’interno di un contesto contemporaneo capace di abbracciare band più recenti come i Deerhunter in una sorta di nuova ondata sotterranea pronta a farsi valere nelle produzioni indipendenti della penisola. I Kodaclips costruiscono un album dove tutte le parti sono perfettamente incastrate, dove elementi di coesione appartengono ad un intreccio cosmico fatto di sogni e ambientazioni e dove la naturale energia sprigionata è elemento costitutivo di un nuovo corso. Otto tracce proposte che si dissolvono come rugiada il mattino. Un insieme di musiche orchestrate ad arte dove l’unione della contaminazione è elemento essenziale per dare alla luce una prova superba.


Hyndaco – Starship Tubbies (Over Dub Recordings)

Hyndaco: “Starship Tubbies” – AREAROCK

Bombe sonore che entrano in collisione con il nostro essere incrociando il rock della terra d’Albione in un suono che trova nella matrice, nella radice psichedelica dei Beatles un passaggio ideale per entrare negli anni ’90,  per poi assestarsi dove i Blur sono arrivati. Starship Tubbies è un disco omogeneo, ben suonato, dove chitarre brillanti fanno da contrappunto sonoro ad una voce ben presente a tratti eterea e sognante. Sono solo cinque canzoni che riempiono l’etere di suoni a profusione e di pura psichedelia. Elementi di unione e coesione partecipano alla creazione di un’energia viscerale a tratti unica. Rosalipstick, Atlantika, la stessa title track sono pezzi di cielo da incastonare all’interno di una musica davvero strutturata. Gli Hyndaco riescono, con questo loro biglietto da visita, a restituire importanza ad una suono che troppo poco si sente in giro per un risultato d’insieme riuscito ed esaltante.


Madness at home – Shoelace (Over Dub Recordings)

Rumore consistente da palco sudato apre ad anfratti misteriosi e oscuri dove il mondo in dissoluzione è il primo posto da vivere e da respirare. Intercettatori sonori costruiscono elementi di coesione con l’universo che gira attorno incastrando la polvere del tempo con qualcosa di arcano, ma stranamente famigliare. La band Madness at home ci consegna una prova compatta e impattante. Un disco fatto da mille sfumature noise che non teme l’incontro con l’hardcore anarchico di prim’ordine all’interno di una coesione essenziale tra suono e frastuono. Shoelace è un disco sincero e rigettato al suolo. Un insieme di pezzi dove elementi contrastanti si fondono per dare vita ad una successione di colpi concentrici ad alto tasso emotivo. Promossi.