Acid brains – Il caos (Infecta suoni&affini)

Il caos è potenza sonora che attanaglia costringendo l’ascoltatore ad entrare in un mondo fatto di alternative sospinto ad incrociare elementi di simbiosi con qualcosa di più duro e unico. Gli Acid Brains sfornano un album completamente in italiano composto soltanto da quattro canzoni, ma in grado di delineare a fondo un quadro fatto di energia viscerale, un quadro che cerca di trovare, tra i colori più scuri, un punto di svolta necessario e quanto mai atteso. Il caos suona sfrontato senza lasciare nulla al caso, ma coinvolgendo sin dal primo battito, sin dai primi rumori. Una musica caotica che trova nel buio un angolo di luce necessaria per esprimere desideri non confessati, attualità disarmante, fuga verso un luogo migliore da abitare.


Zephiro – Baikonur (Kutso Noise Home)

ZEPHIRO - Baikonur - TuttoRock Magazine

Suoni wave intrisi di rock e post punk maturo intessono trame e sottili elementi grazie a forme in continuo mutamento, forme che diventano sostanza, sostanza che a sua volta si trasforma regalando un album ricco di sfumature ad ogni latitudine prevista. Il disco degli Zephiro suona pieno e necessario. Un album che costringe l’ascoltatore ad immedesimarsi in un mondo, a capirne la poetica e il bisogno sempre vivo di comunicare grazie ad un’attrazione costante con ciò che ci gira intorno. Sono nove canzoni che sono anche un punto di partenza per altri mondi possibili, nove pezzi che abbandonano la terra cercando di dare un senso, sempre più profondo, al mondo circostante. Baikonur suona a tratti complesso, a tratti immediato. Un album che deve essere metabolizzato e interiorizzato per carpirne gli angoli più nascosti, quelli stessi angoli di una musica che sembra trovare nel passato la chiave di volta di questo presente.


Stilex – Post Hit (O’Disc)

Post Hit

Condensati di nomi a profusione che intersecano la quotidianità accompagnando l’ascolto attraverso un muro siderale di passato e presente che ricopre le giornate amare grazie a segni grafici da ricordare, da tenere a mente, da collocare oltre l’immaginato. Vito Gargano, in arte Stilex, ci regala un album concreto, fatto di elucubrazioni, ma anche di tanta sostanza capace di scardinare il già sentito per consegnarci una prova intima, personale. Una prova elettronica che ha il sapore di uno sperimentare continuo tra abbandonato e riscoperto, ritmi tribali e bellezza da cogliere tra le percezioni di questo tempo. Sette pezzi, dalla bellissima Into the focus fino a Flowing out per un risultato d’insieme che raccoglie l’esperienza di una vita intera qui imbrigliata in un attimo di unica luce.


mt/solo – Pezzetti (Cobalto dischi/Labella dischi)

Pezzetti

Indie pop coraggioso sporcato da un soul atmosferico in grado di ricreare momenti davvero riusciti e ben soppesati a ricostituire elementi di fondo che ben si sposano con un linguaggio moderno, intriso di significati e contaminato da stili e interiorità che non passano di certo in secondo piano. L’esordio degli mt/solo è una ricerca continua di spazi dove poter affermarsi. Spazi che diventano aperture e bisogni di comunicare. Spazi che non si soffermano attorno al superfluo, ma si aprono nel creare bisogni sempre nuovi da accogliere e perpetuare. Pezzetti sembra un collage. Un puzzle eterogeneo di colori e di sensazioni, di stati d’animo e di puro e semplice bisogno di dichiarare il proprio sentire. Gli mt/solo ci regalano una prova matura sotto diversi punti di vista. Una prova che ha dalla sua un’originalità convincente nel panorama italiano della musica di genere.


Dragoni – Incagli (Big lakes/Mangiare bene dischi)

Atmosfere da musica da cameretta intrisa di suoni che accumulano bellezza ad ogni ascolto intascando una prova dal sapore dolceamaro in grado di contrastare l’aridità di questi giorni in divenire. Il disco di Dragoni, progetto davvero interessante che non respira pienamente la deriva indie pop degli ultimi anni, è un concentrato autorale fatto di carezze prima di dormire, fatto di sostanza e bagliori capaci di nascondere il superfluo, sottolineando, ancora una volta, la semplicità e l’onesta di una musica e di un suono più in generale che modella il tempo che modella le mode, raccontando parti importanti di un universo in via di definizione. Dalla strumentale Autunno fino a Double decker bus passando per il singolo Sara o la stessa title track, il nostro riesce, con stile personale, a ritrovare nella leggerezza del momento, un proprio angolo di mondo da occupare.


Caron Dimonio – Porno post mortem (Atmosphere records)

Porno Post Mortem - Caron Dimonio

Suoni elettronici che si fondono con l’etere circostante a racimolare costrutti a profusione in grado di conglobare energia attraverso una programmazione intrisa di elementi costruiti ad arte che si intersecano e trovano uno spiraglio di luce oltre le fatiche quotidiane. Il nuovo dei Caron dimonio si modella grazie a pezzi che riescono a creare un’omogeneità di fondo. Un’omogeneità fatta di sapori ed elementi in bilico tra passato e futuro, elementi che diventano e si fanno unione incapsulando nell’anima ciò che resta di questo tempo. Sono dieci canzoni che parlano di amore, sesso, morte. Dieci pezzi intrisi di vita vissuta che riescono a dare un senso profondo al quadro d’insieme proposto. Porno post mortem è un album complesso e ricercato. Un album che chiede all’ascoltatore di penetrare un mondo prima inviolato.


Diana Tejera – Libre (Giallo Ocra Edizioni)

Diana Tejera - Libre testo lyric

Elettronica e commistioni. Unioni di linguaggi, vento in faccia e aria sbarazzina in grado di sfidare il nuovo che avanza con stile e ricercatezza di fondo. Torna Diana Tejera con un album multiforme e capace di incantare attraverso stili che diventano corpo e anima all’interno di un bisogno sempre nuovo di cercare spazi di vapore, nuvole solitarie che incontrano il futuro, l’universo, il momento da interpretare, la chiave di lettura per ciò che verrà. Sono elementi inscindibili quindi quelli creati dalla cantautrice romana. Elementi che nascondo una solitaria introspezione che ben si amalgama con i suoni in movimento di un disco che racconta storie, narrazioni, attimi che non torneranno più. Libre parla di un’esigenza primitiva, unica, rara. L’esigenza di appartenenza di un osservatore esterno che analizza la vita e raccoglie, attraverso i suoi passi, i futuri ancora possibili.


Bonny Jack – Night Lore Blues (Bloos Records)

Bonny Jack "Night Lore Blues" - Rock Nation

Suono sporco da bassifondi ancestrali carichi di potenza blues e sincerità a brillare all’interno di scatole che si aprono lasciando trasparire il meglio di ciò che è stato. Deciso, mai ammiccante, vero e reale. Il one man band Bonny Jack, all’anagrafe Matteo Senese, ci regala interessanti punti di vista che approdano a lidi oscuri fatti di vita lussuriosa, alcol, fantasmi passati, presenti e bisogno sempre nuovo e vivo di voler raccontare le storie che ci appartengono. Un vinile prezioso questo. Un vinile a dar maggior senso ad una produzione che porta con sé il desiderio di alleggerire l’arcano che vive dentro di noi perpetuando l’immediatezza e l’irrefrenabile bisogno di coprire di interiorità un pensiero che sa di futuro. Sono undici pezzi viscerali. Undici canzoni che non lasciano nulla al caso, ma partono dall’improvvisazione per creare qualcosa di unico.


Lambstone – Higher deeper (VREC)

LAMBSTONE - Higher Deeper - TuttoRock Magazine

Stoner sopraffino, cesellato a dovere che fa del rumore di sottofondo un punto essenziale da cui partire per creare architetture che vanno oltre il già sentito per concentrare l’ascolto attraverso onde sterminate pronte a colpire ancora. Ritornano i Lambstone. Ritornano con un discone prodotto da Pietro Foresti che suona maledettamente rock all’interno di un panorama a tratti asfittico e privo di spessore. Un disco Rock con la R maiuscola ad attraversare il tempo per come lo conosciamo, ad attraversare desideri e sensazioni grazie a suoni curati e cotti a puntino. I singoli  Waste, Revenant, la cover di Terence Trent D’Arby Sign your name, sono punti essenziali da cui partire per comprendere una poetica e un lirismo davvero interessanti qui esposti al grunge e allo stoner a ribadire concetti granitici e di sicuro effetto. Higher deeper è muscolosità svelata, un lavoro calibrato a dovere che lascia il segno.


Bluagata – Di stanze e nevrosi (VREC)

Bluagata

Manierismo sonoro ricco di approcci elettronici a sconfinare all’interno di mondi dove dissonanza e melodia si sposano per creare qualcosa di unico e davvero originale nel panorama della musica italiana. Il disco dei Bluagata scava nelle ansie di ogni giorno, scava nell’universo che non conosciamo incontrando elementi di trasgressione che si sposano ad arte nel riuscire a reinventarsi all’interno di una quotidianità asfittica e priva di vie di uscita. Di stanze e nevrosi è un album che sa reinterpretare uno stile ricercato condendolo di rimandi al sound d’oltreoceano dei Tool in un’immaginifica visione che diventa incubo ad occhi aperti. Comodità, Persone vuote, Liberati, Non si vede riescono a creare un puzzle che disorienta e ingloba per un risultato d’insieme a tratti accecante, da rimanere a bocca aperta a ricoprire il vuoto che assale.