Mario Pigozzo Favero – Mi commuovo, se vuoi (Dischi Soviet Studio)

Mi Commuovo, Se Vuoi | Mario Pigozzo Favero | Dischi Soviet Studio

Mi commuovo, se vuoi sembra prima di tutto un disco corale. Pieno di musicisti di spessore, pregno di lirismo e parole che si affacciano all’orizzonte che verrà. Mi commuovo, se vuoi è nello stesso tempo un disco cantautorale che vive di momenti, di attimi, di emozioni che vogliono comunicare in simultanea una visione del tempo che passa e non torna più, una sensazione aspra, a tratti spigolosa, nello scavalcare gli schemi prefissati per raggiungere apici di esplorazione verbale e sonora in un contesto che diventa sempre più costruito ad arte senza passare inosservato. Tredici canzoni che diventano spaccati di vita e costringono l’ascoltatore ad entrare all’interno delle storie narrate, all’interno dei vissuti scenografici dello stesso musicista. La penna di Mario Pigozzo Favero ritorna col suo stile personale e mai parsimonioso. Ritorna ricreando ambientazioni che amano la contaminazione in un vortice interiore di disegni e gesti che sembrano coltivare la profondità dimenticando la banale apparenza.


Nel ventre dell’orsa – Nel ventre dell’orsa (Dischi Soviet Studio)

Nel Ventre Dell'Orsa | Nel Ventre Dell'Orsa | Dischi Soviet Studio

Introspezioni sonore che sanno di sottobosco fertile ad infrangere le consuetudini attraverso un cantautorato carico di suoni ad inoltrare spazi, ad inoltrare idee. Il nuovo di Giulio Pastorello, già Muleta e Nova sui prati notturni, incontra la bellezza del tempo che si ferma per immortalare, nel circostante bisogno di appartenenza, una fotografia capace di imbrigliare luce, una fotografia che sa di intensità mirata ad accendere, oltre i confini, il dolce migrare di un mondo in dissoluzione. Nel ventre dell’orsa è un progetto cantautorale che riscopre le melodie e le atmosfere dilatate del post rock nordico creando bagliori di impressionante appeal emozionale. Carillon, chitarre sovrapposte e riverberate, elettronica mai conclamata sono gli ingredienti fondamentali per comprendere una poetica di ampio respiro che in questo dolce migrare racconta di un epoca che non c’è più, racconta i passi nella neve, tra natura incontaminata e desiderio perpetuo di appartenenza.