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Super disco stoner capace di imbrigliare la bellezza di un tempo che non c’è più all’interno di un mondo usa e getta e intensificando visioni discostanti in un continuo vortice emozionale. Plastic shadow glory parte alla grande con una bellissima Humandrome e prosegue balzando a suon di martellate all’interno di un mondo raccontato che parla di malesseri e di sensazioni urgenti da costruire. Suspended, Burn, Keep silent, Conscription sono solo alcune delle materie vive che fanno brillare un disco fatto di melodia distorta, di grunge mescolato al rock per un risultato davvero esaltante. Gli Squeamish factory ci danno la possibilità di ascoltare tanta buona musica che si ispira ad un oltreoceano mai stato così vicino per un risultato finale in grado di amalgamare cantato e strumentale in una sorta di compendio di ciò che fu. Bravi.
Pezzi di rock discostante che incontrano le sonorità degli anni novanta intrecciando elementi di contatto che si fanno racconto per questa società malata. Un modo per attingere dai fasti del tempo passato per ridare vita ad un genere alternative che non strizza l’occhio all’indie nostrano del momento, ma piuttosto trova una via di fuga nel tentativo quasi pop di colpire attraverso testi incisivi, semplici, ma reali. Il disco di ZEDR è un modo per guardare con nostalgia nel passato senza cadere nella tentazione di scegliere inevitabilmente questo o altri mondi trascorsi. Futuro nostalgico è piuttosto un sottolineare l’importanza di una strada in evoluzione con un occhio di riguardo ai parallelismi con un tempo che non c’è più, ma che continua ad avere un senso nel cuore dello stesso cantautore e non solo. Sette tracce che sono uno scavarsi dentro. A raccontare un passaggio, a delineare, con chiarezza un modo di vivere.
Strampalate visioni psichedeliche intensificano i rapporti con l’oscurità attraverso meditazioni in divenire che offuscano la mente e ottenebrano il cuore. Un disco nato nella quarantena. Un album per questo e altri tempi incerti. Shane De Leon ex chitarrista dei Rollerball intavola un rapporto, non segreto direi, con Jacopo Andreini e Fabrizio Testa attraversando virtualmente l’oceano per l’occasione e dando vita a forme e sostanza perpetue che non trovano una classificazione, ma piuttosto tendono a raggruppare concetti in una sola e unica prova. Dentro a questo Your favorite band sentiamo band come i Massive Attack, David Bowie, i Low per un intrecciarsi di sonorità continua che cercano nella diversificazione il proprio punto di forza. Your favorite band è un disco inquieto. Parla da vicino della massificazione a cui assistiamo da spettatori inerti. Un album che ha bisogno di essere ascoltato più volte per essere interiorizzato, ma che sa regalare, a tratti, lampi di genialità.
Avventura a suon di colori imbrigliata nelle vicende del tempo che passa e accolta come naturale movimento dei giorni, naturale trascorrere dell’infanzia, alla ricerca di un punto di svolta nelle paure quotidiane. Storie e figure protagonisti di questo bellissimo fumetto per ragazzi raccontato in modo sincero attraverso la visione e l’evoluzione del pensiero di un bambino messo davanti alla prova, messo davanti alla scelta, tra coraggio esitante e bisogno di trovare nella fantasia una personale via di fuga.
Edo e le paura di Terratetra è esemplificativo di una realtà molto vicina al mondo dei bambini. Il nostro protagonista sarà il personaggio principale di numerose vicende che ci accompagneranno per tutto l’arco narrativo e lo vedranno trovare, nel mondo sognato, un’ancora di salvezza, un modo di dimostrare agli altri la propria decisione di fronte alle intemperie, la propria audacia.
Gli autori, lo sceneggiatore Marco Greganti e il disegnatore Alessandro Giampaoletti, riescono, cogliendo una sorta di semplicità profonda, ad ottenere un racconto che diventa ponte indispensabile tra mondo della realtà e della fantasia e riportando in quest’ultimo le trasposizioni metaforiche di tutto quello che implicitamente è dichiarato. La colorazione digitale rende accattivante l’intero lavoro e i dialoghi serrati, semplici e leggeri riescono ad entrare facilmente nel cuore del lettore.
Il libro edito da Tunué è prima di tutto un piacere per i nostri occhi. Un fumetto che porta con sé uno studio di fondo che inevitabilmente fa da scenario ad un qualcosa di più ampio e interiormente sentito. Un libro destinato a tutti quei bambini che vedono la paura come un nemico da abbattere, ma non solo. Edo e le paure di Terratetra è una lezione di coraggio e di riscatto per tutte le volte che ci siamo sentiti messi da parte. Un modo diverso per affrontare il buio di ogni giorno narrando e delineando una visione infantile, ma efficace, dei mostri di questa e altre realtà.
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