Colonel V. – The millenary preacher (L’amor mio non muore – Dischi)

album The Millenary Preacher Colonel V.

Disco dal grandissimo sapore internazionale partorito dalla penna di Paul Venturi e incasellato ad arte a rendere eccezionale e unica ogni singola nuota suonata. Un disco di blues vecchio stampo con elementi di modernità che ricordano il migliore Jack White in un sodalizio unico e spettacolare dove poesia e forma canzone si fondono nel ricreare atmosfere da profondo sud a stelle e strisce per un risultato eccitante ed elettrizzante, un risultato ricco di sfumature e anfratti in cui perdersi. C’è tanta sperimentazione in questa prova d’esordio di Colonel V., tanta sperimentazione che non lascia nulla al caso, ma che piuttosto riesce a concentrare ogni nota suonata all’interno di un’amalgama di bellezza osata e schizofrenia composita. Otto tracce per un vinile essenziale che ha la caratteristica fondamentale di creare nel suo insieme un rimando necessario, unico e raro ai grandi dischi del passato. Un contenitore prezioso il vinile per un contenuto musicale, questo The millenary preacher, a tratti davvero memorabile. 


Kaouenn – Mirages (Atypeek Music/Beautiful Losers/Bloody Sound Factory/Ph 37 SoundLab)

Il Parco Paranoico – Scegli la tua giostra!

Visioni tribali in costante approccio con un recuperare ambientazioni sonore in grado di renderci partecipi di un qualcosa di più grande, di difficile interpretazione, ma contestualmente vicino alla terra che abitiamo ogni giorno. Brani che si dipanano attraverso quel film che si chiama vita a comporre una colonna sonora dal forte impatto musicale e cangiante quanto basta per dare all’intera produzione un senso di motricità perpetua. Il lavoro di Kaouenn è un tracciato immaginario all’interno della nostra anima. Musiche che ti smuovono e non lasciano indifferenti. Odorano di libertà adolescenziale e scannerizzano gli eventi in maniera multisfaccettata tanto da comporre un puzzle di difficile interpretazione, ma nel contempo forte, solido e sicuramente vivo. Mirages racconta di visioni oltremare affacciandosi sulla ragnatela urbana come drone che scruta dall’alto il nostro lento divenire.


Grem – Vita di campagna (Autoproduzione)

album Vita di Campagna Grem

Elementi d’oltreoceano e d’oltremanica si fondono per attraversare le esigenze interpretative di Bon Iver, degli Editors in ipnotiche visioni conturbanti alla Iron & Wine in una ricerca suadente e complicata di dare un volto nuovo al cantautorato italico. Psichedelia elettronica, elementi ridondanti a fare di questa musica d’autore una ricerca continua di sonorità, di immaginazione, di futuri da costruire. Il disco d’esordio di Grem, all’anagrafe Andrea Guazzini, ricorda gli italiani Les Enfants. Un connubio di parole ed elementi in evoluzione che ben si amalgamano all’interno delle quattro tracce proposte. Perdersi per poi ritrovarsi in un miscuglio davvero elettrizzante che fa ben sperare. Dall’introspettiva Farfalle fino a alla title track le prospettive introdotte allargano gli orizzonti in un continuo crescendo che lascia spazio vorticoso capace di scaraventare al suolo un’esigenza quasi unica di essere parte indissolubile con la natura circostante.


Qualunque – Farmaci (Costello’s Records)

 

L'immagine può contenere: il seguente testo "Mozzicone FARMACI Mafalda Verdeacqua Razzomissile Diversivo COSTELLO'S QUALUNQUE"

Un QR code da scannerizzare, una simil carta Pokemon, un piccolo testo dalle sembianze di un manoscritto. Luca Qualunque, dopo l’uscita di Farmaci, lo scorso Autunno, ci entrare all’interno di un Gdr creato ad arte dove paure da combattere e mostri da uccidere sono pezzi di un’esistenza da lasciare in disparte. Soluzione assurdamente incredibile. Soluzione che stupisce quando oramai nulla, o quasi, stupisce più. Ma veniamo alle canzoni di questo Farmaci. Un synth pop emozionale dove poesie urbane post adolescenziali parlano di tempi infiniti e momenti incerti. Un disco capace di parlare della metropoli che inghiotte e del tentativo di un ragazzo di cercare il proprio punto di contatto, la propria via di fuga dalle intemperie di ogni giorno. Sono cinque canzoni per l’appunto. Molto ammiccanti e contemporanee. I suoni ricreati rimandano, a tratti,  proprio alle colonne sonore dei videogiochi a otto bit. Nell’intro di  Mafalda sembra di sentire Super Mario entrare, attraverso la tubatura, nel mondo del sottosuolo. Un risultato davvero apprezzabile sotto molti punti di vista. Le canzoni scorrono e si fanno ascoltare per un album di disagio e di orgoglio nerd dove capacità e passione si uniscono per dare vita a qualcosa di profondo.