Moonlit Station – Daydreams (Sign-Pole Records)

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Dream pop d’eccellenza che scava fagocitando la notte intessendo trame di sapori d’altri tempi e intenso bisogno di costruire e costituire spazi di armonia concentrica in grado di attraversa spazio e tempo. I Moonlit Station confezionano un dischetto niente male. Omogeneo quando basta per darti la sensazione di entrare all’interno di un paradigma ben definito e marchiato. Eterogeneo quanto basta per dare un senso ad introspezioni che si perdono all’interno di melodie coinvolgenti di gente come Radiohead, Portishead, Amycanbe per un risultato finale sopraffino che rende le stelle notturne un’importante segno distintivo del nostro io. DayDreams è un sogno ad occhi aperti. Un percorso particolare di sudore e redenzione che rende palpabile la malinconia, ma nel contempo dona quadri vividi di una bellezza del tutto personale. Bravi.


Nearby – Home (Autoproduzione)

NEARBY band - Recensione - HOME (Country, Blues, Pop rock)

Suono derivativo, ma a tratti personale, per il disco del duo composito romano a formare i Nearby. Attenzione per il country blues d’importazione attanagliato lungo le strade di una vita in cambiamento e sempre attento a ricomporre con costanza visioni di un sole cocente che riscalda l’anima e rasserena. Speranza dunque nella musica dei nostri, speranza che possiamo percepire e respirare all’interno di un mondo dipinto a pennello e così riportato per regalare sogni da costruire e muri da abbattere. Musica per un viaggio senza fine. Musica per così dire classica per i nostri Nearby che affondano l’energia lungo strade conosciute, affondano immancabilmente passioni ed eleganza in musica attraverso pezzi come Let you fall, November, Sun per un risultato d’insieme che non lascia il sentiero sicuro, ma interpreta a meraviglia uno stile, un bisogno, un senso di condivisione.


Mr. Bricks e the rubble – Busy (Fragola dischi/Bobo Records)

album Busy - Mr. Bricks & the Rubble

Spruzzate di blues sopraffino per un rock’n’roll intenso ed eviscerato ad implementare di sudore un palco di legno alla periferia di qualsivoglia città da scoprire. Il disco d’esordio dei Mr. Bricks e the rubble fa bene al cuore e fa bene all’anima. Un album di sola andata verso l’inferno che si trova sotto ai nostri piedi in una velocità concentrica che ricorda i film di Tarantino e l’odore pungente e spigoloso della musica dei Bud spencer blues explosion. Busy è un album pieno di canzoni orecchiabili. Pezzi da ascoltare sotto il sole a bordo di una cabrio sospinta a rimirare paesaggi di indubbia bellezza. Ed è qui forse la forza di questa band. Riuscire a ritrovare nella tradizione un’orecchiabilità sempre nuova che riesce a fare centro senza mezze misure ed escamotage di sorta. La band pugliese ci regala un disco compatto e prezioso. Un album da ascoltare col sorriso in questi tempi bui.


Alberto Lombardi – Home (Autoproduzione)

Start Again - Single by Alberto Lombardi on Apple Music

Ballate sporcate dal blues vincente portano il nostro Alberto Lombardi a concepire il disco e quindi la propria musica come una sorta di viaggio atmosferico all’interno della propria anima. Un viaggio andata e ritorno dove il gusto eccentrico personale si sposa con una tecnica davvero invidiabile in una continua ricerca d’amore verso tutto ciò che risulta essere apprezzabile e interiorizzato. Home è quindi ricerca. Un pezzo di cielo da recuperare per conoscere e intravedere forme distinte che recuperano spazi e lasciano al tempo la forza di sedimentare ricordi, impressioni, voglia di conoscere e perfezionare l’assoluto. I primi tre brani vedono al mix Bob Clearmountain, uno dei più importanti ingegneri del suono di sempre, qui a dare un tocco in più al calore strumentale già sprigionato dal nostro. Via via poi pezzi acquisiscono colori e sfumature diverse come in Tin soldiers o nella finale Web revolution per un EP eterogeneo e compatto, leggero e nel contempo strutturato a dovere per un risultato finale davvero unico.


RosGos – Lost in desert (Area Sonica Records)

RosGos – Lost in the Desert | Recensione | SENTIREASCOLTARE

Inquietudini sonore sul cammino della vita per un disco pieno di gradualità e ricco di rimandi ad un folk americano che abbraccia con sostanza disincantata Neil Young, Bon Iver, Fleet Foxes, Iron & Wine senza tralasciare la terra d’Albione e i suoi menestrelli solitari. L’album di RosGos, all’anagrafe Maurizio Vaiani, racchiude perle di mirabile bellezza. Un album carico di appeal emozionale che non tralascia i momenti più intimi per vibrare all’interno di un contenuto solido e ricercato, un contenuto che si evince in tutte le tracce dal nostro proposte. Si corre veloci, da Free to weep fino a 17, passando per le riuscite Telephone song, Sara, Lost, Misery a raccontare avventure introspettive che sfociano in meraviglia da percepire traccia su traccia.  Lost in the desert abbraccia un pensiero, un proprio stare al mondo e nell’attenzione del momento riscopre il desiderio sempre acceso di partecipare a qualcosa di più grande in una visionaria realtà ricreata in musica pronta a stupire attimo dopo attimo.


The Gigahertz – Queen of blow (Autoproduzione)

Potenza incontrollata a far vibrare pelle di brividi e sostanza per un disco ricco e pieno di sano rock  appassionato che sfreccia alla velocità della luce. Un album compresso ed esigente che si tuffa nella nostra quotidianità per raccontare storie di vissuti, storie che parlano da vicino di un mondo in dissoluzione e ci permettono di comprendere vizi e virtù di una realtà in completo disorientamento. I The Gigahertz compiono l’impresa di attanagliare idee in un insieme di canzoni che attivano processi, attivano disinvolte le nostre più nascoste visioni per racimolare sul proprio cammino soddisfazioni tangibili e reali. Queen of blow non si ferma alle apparenze. Il disco dei nostri racchiude dieci pezzi potenti e ben suonati. Da Rock will be your drug a sottolineare un credo fino a I wanna see you born again per una completa esposizione ai raggi energici di una musica che non conosce il colore bianco dello scorrere del tempo.


Alberto Nemo – Amore Eterno Odio (MayDay)

album Amore Eterno Odio - Alberto Nemo

Scheletri da far tornare sulla strada verso casa. Scheletri in loop continuo che si approcciano all’inscindibile bisogno di ricompattare energia, amore, partenze e arrivi. Diciottesimo disco per il super prolifico musicista veneto in grado di attraversare tunnel spazio temporali ed essere comunque fedele a se stesso. Un marchio di fabbrica che si apprezza nelle nuove introspezioni create dal nostro. Un marchio di fabbrica suadente capace di muoversi attraverso questa nuova, discostante litania, formata da tre parole Amore Eterno Odio. Un approccio usuale per un risultato che come di consueto scava nell’immobilità della nostra psiche. Alberto Nemo ci regala un altro viaggio verso le tenebre del giorno. Un viaggio di rapporti e di costruzioni mentali ad implementare un’opera che aggiunge terreno fertile alle costruzioni a venire. Mastodontico.


Gianluca Testa – Nomade digitale (Autoproduzione)

album Nomade digitale - Gianluca Testa

Poppettino ben congegnato, in un sodalizio con la canzone d’autore italiana e intriso di riferimenti al mondo contemporaneo, per il disco di Gianluca Testa. Un disco cantautorale che lascia spazio ad incursioni di facile appeal per un’ironica e fresca visione del mondo qui raccontata come ponte tra passato e futuro e snocciolata a dovere attraverso canzoni che parlano di quotidianità, di amori, di giorni che possono sbocciare e di altri da ricostruire. Ci sono pezzi come Zu, Cronopio, Riflessologia plantare, Giappone che scherzano e si ritrovano nelle parole. Un sorriso aperto e uno sguardo verso il futuro per una cosmopolita visione del mondo che ritrova nella libertà un punto di contatto con qualcosa che da sempre ci portiamo dentro. Nomade digitale è un disco che si beve in una sorsata, un album che parla, con ironia, di viaggi e di tempi, di nuove cose da raccontare e di felicità da costruire.


Valente – Controllo (Dischi soviet studio)

album CONTROLLO - Valente

New wave discostante per un salto nell’abisso lisergico sottoposto a manipolazione che ci troviamo ad affrontare ogni giorno. New wave che abbraccia il rock alternativo per un dischetto, quello di Valente, impreziosito da una rivisitazione di The man who sold the world di Bowie e raccontato a momenti attraverso brani che parlano da vicino di questa società incrostata dal tempo e sempre più compressa nei giorni che non sappiamo appunto controllare. Cinque brani soltanto per un EP di condensa ben programmato. Un album che si tinge di nero, a tratti elegante, un disco fatto di passione che sgocciola e convince. Dalla title track fino a Tokyo nights il nostro intavola elementi di essenzialità coadiuvata da materia prima cangiante e da solide basi che possono diventare necessarie fondamenta.


Warmhouse – 1984 (Spazio Dischi)

Première: WARMHOUSE - 1984

Indie rock d’oltremanica ad abbracciare territori sonori in grado di destabilizzare l’ascoltatore attraverso un appeal sfrontato e sicuramente ben delineato. La band pugliese che pubblica per la neo nata Spazio Dischi ci regala un disco sofferto e nel contempo bisognoso di uscire. Un album materiale che parla di amori che non hanno tempo e di solitudini da ricercare nei movimenti di ogni giorno dove sofferenza e introspezione esplodono in sferzate di energia elettrica mai lasciata al caso. 1984 è un EP solido dove stile diversi confluiscono per dare spazio ad un unico vortice di contagio delineato sin dall’apertura della stessa title track passando in velocità attraverso pezzi come Molko monday, Marble e Pearl Moon. Un disco breve e nel contempo un disco intenso, ricercato ed esploso ad ottenere una velata inquietudine ad ottenebrare i giorni che verranno.