Mr. Bricks e the rubble – Busy (Fragola dischi/Bobo Records)

album Busy - Mr. Bricks & the Rubble

Spruzzate di blues sopraffino per un rock’n’roll intenso ed eviscerato ad implementare di sudore un palco di legno alla periferia di qualsivoglia città da scoprire. Il disco d’esordio dei Mr. Bricks e the rubble fa bene al cuore e fa bene all’anima. Un album di sola andata verso l’inferno che si trova sotto ai nostri piedi in una velocità concentrica che ricorda i film di Tarantino e l’odore pungente e spigoloso della musica dei Bud spencer blues explosion. Busy è un album pieno di canzoni orecchiabili. Pezzi da ascoltare sotto il sole a bordo di una cabrio sospinta a rimirare paesaggi di indubbia bellezza. Ed è qui forse la forza di questa band. Riuscire a ritrovare nella tradizione un’orecchiabilità sempre nuova che riesce a fare centro senza mezze misure ed escamotage di sorta. La band pugliese ci regala un disco compatto e prezioso. Un album da ascoltare col sorriso in questi tempi bui.


Alberto Lombardi – Home (Autoproduzione)

Start Again - Single by Alberto Lombardi on Apple Music

Ballate sporcate dal blues vincente portano il nostro Alberto Lombardi a concepire il disco e quindi la propria musica come una sorta di viaggio atmosferico all’interno della propria anima. Un viaggio andata e ritorno dove il gusto eccentrico personale si sposa con una tecnica davvero invidiabile in una continua ricerca d’amore verso tutto ciò che risulta essere apprezzabile e interiorizzato. Home è quindi ricerca. Un pezzo di cielo da recuperare per conoscere e intravedere forme distinte che recuperano spazi e lasciano al tempo la forza di sedimentare ricordi, impressioni, voglia di conoscere e perfezionare l’assoluto. I primi tre brani vedono al mix Bob Clearmountain, uno dei più importanti ingegneri del suono di sempre, qui a dare un tocco in più al calore strumentale già sprigionato dal nostro. Via via poi pezzi acquisiscono colori e sfumature diverse come in Tin soldiers o nella finale Web revolution per un EP eterogeneo e compatto, leggero e nel contempo strutturato a dovere per un risultato finale davvero unico.


RosGos – Lost in desert (Area Sonica Records)

RosGos – Lost in the Desert | Recensione | SENTIREASCOLTARE

Inquietudini sonore sul cammino della vita per un disco pieno di gradualità e ricco di rimandi ad un folk americano che abbraccia con sostanza disincantata Neil Young, Bon Iver, Fleet Foxes, Iron & Wine senza tralasciare la terra d’Albione e i suoi menestrelli solitari. L’album di RosGos, all’anagrafe Maurizio Vaiani, racchiude perle di mirabile bellezza. Un album carico di appeal emozionale che non tralascia i momenti più intimi per vibrare all’interno di un contenuto solido e ricercato, un contenuto che si evince in tutte le tracce dal nostro proposte. Si corre veloci, da Free to weep fino a 17, passando per le riuscite Telephone song, Sara, Lost, Misery a raccontare avventure introspettive che sfociano in meraviglia da percepire traccia su traccia.  Lost in the desert abbraccia un pensiero, un proprio stare al mondo e nell’attenzione del momento riscopre il desiderio sempre acceso di partecipare a qualcosa di più grande in una visionaria realtà ricreata in musica pronta a stupire attimo dopo attimo.


The Gigahertz – Queen of blow (Autoproduzione)

Potenza incontrollata a far vibrare pelle di brividi e sostanza per un disco ricco e pieno di sano rock  appassionato che sfreccia alla velocità della luce. Un album compresso ed esigente che si tuffa nella nostra quotidianità per raccontare storie di vissuti, storie che parlano da vicino di un mondo in dissoluzione e ci permettono di comprendere vizi e virtù di una realtà in completo disorientamento. I The Gigahertz compiono l’impresa di attanagliare idee in un insieme di canzoni che attivano processi, attivano disinvolte le nostre più nascoste visioni per racimolare sul proprio cammino soddisfazioni tangibili e reali. Queen of blow non si ferma alle apparenze. Il disco dei nostri racchiude dieci pezzi potenti e ben suonati. Da Rock will be your drug a sottolineare un credo fino a I wanna see you born again per una completa esposizione ai raggi energici di una musica che non conosce il colore bianco dello scorrere del tempo.