LeiBei – My earth my heart (Autoproduzione)

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Band al femminile che dipinge in rock sensazioni che diventano racconti e parlano di un’amore incondizionato e pronto a recuperare il tempo perso per fermarsi e parlare da vicino di questa e altre vite. Il disco delle LeiBei è un album pieno di vita, un album che si evolve per racconti e immagini che ci caratterizzano e non nascondono una voglia, un’esigenza sempre attiva di comunicare un pensiero, di comunicare una realtà accesa e carica di linfa vitale. My earth my heart è un disco concentrico che parte con Not enough space a ribadire concetti essenziali per la stessa band fino ad Up to me per un suono d’insieme carico di appeal, a tratti originale e in profondità, alquanto personale e maturo.


The lovecat – Under dark clouds (iMusician)

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Atmosfere anni ’80 per un suono d’insieme che ingloba i The Cure e gli Echo and the bunnymen a ricreare un periodo che non esiste più attraverso suoni di una wave darkeggiante e intrisa di significati atmosferici, di significati pronti a sfociare dall’oscurità che li ammanta. The lovecat è il nuovo progetto di Massimiliano Rizzo. Dopo tre dischi da solista il nostro apre a pseudonimi d’autore in grado di arginare l’inutilità di questo mondo per dare sfogo alle proprie passioni, dare sfogo interno ad un insieme di immagini che sentono il bisogno di uscire oggi più che mai. Nella totalità il disco del nostro, è un buon disco d’insieme soprattutto nelle parti strumentali. A peccare una voce sghemba, ma probabilmente voluta. Under dark clouds abbandona la luce per lasciare posto all’oscurità che avanza.


Smakoacustico – Il cartello (Dischi Soviet Studio)

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Decadenza in potenza per un ritorno di fiamma sempre in tiro capace di emozionare grazie ad un’armonizzazione acustica che intesse trame, scivola, compone, scompone e riadatta, tra un cantautorato in blues ad accendere momenti in simultanea e quella passione da artisti di strada che affonda radici nei primi anni del nuovo millennio. Il cartello, nuovo disco dei vicentini Smakoacustico, è un pugno al perbenismo che riesce ad incorporare azioni di gruppo e tanta capacità nel creare atmosfere, nel creare momenti consapevoli parlando di attualità, di implicita politica, di sogni da realizzare e speranze da raccogliere. Canzoni come Dracula, le ragazze, Il cartello, I barbari, Il re del mondo, L’anima della festa sono esemplificazioni poetiche di un nuovo linguaggio che apre a continue trasformazioni. Nel disco degli Smakoacustico c’è sostanza e interesse per il mondo in cambiamento, c’è il racconto di questa nostra esistenza, c’è un vampiro che succhia il sangue continuamente, un vampiro che vive accanto a noi.


Please Diana – Pollyanna (Jap Records)

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Impressionanti visioni in risalire che rievocano paesaggi urbani in grado di trasformare l’etere in sostanza da annusare, percepire, toccare, fare propria. Il terzo disco dei Please Diana incorpora strutture rock alla Foo Fighters per imbrigliare momenti di circostanza in grado di emozionare e accendere attimi, accendere momenti che diventano cavalcate sonore, diventano amore nei confronti di ciò che riesce ad emozionare oggi più che mai. Sono visioni, istantanee, sono racconti in primis che ci fanno scoprire l’importanza dei rapporti, ciò che si lascia, ciò che si trova. Dalla strumentale e intensa Aria fino a Io starò bene i nostri intessono trame di velluto che deflagrano, diventano mina vagante ascolto su ascolto.


-LIBRI ILLUSTRATI- Luisa Mattia/Daniela Tieni – Come in un film (Lapis Edizioni)

Come in un film - Luisa Mattia - copertina

Titolo: Come in un film

Autore: Luisa Mattia/Daniela Tieni

Casa Editrice: Lapis Edizioni

Caratteristiche: rilegato, 46 pag., colori

Prezzo: 14,50 €

ISBN: 9788878747432

Tuffo nel mondo del cinema passato attraverso gli occhi di una bambina a rincorrere una palla che esplora scenari, mondi possibili e profumi di un tempo che non c’è più in una sorridente e avventurosa narrazione che espande e allarga le vedute, consolida spazi, accende la curiosità.

Un sogno quello di entrare nell’universo cinematografico attraverso un libro. Un sogno compiuto e realizzato grazie ad un illustrato d’autore in grado di oltrepassare le epoche, soffermandosi su figure che hanno fatto la storia della rappresentazione visiva per come la conosciamo.

Come in un film è la storia di una palla rossa che infrange il vetro della quotidianità per entrare con timida prepotenza gentile all’interno di una realtà che è stata. La bambina protagonista del racconto cercherà il proprio giocattolo attraverso le pagine del libro e con stupore crescente si imbatterà in personaggi che hanno fatto la storia del cinema, attori e registi, per un racconto onirico e sperimentale da leggere tutto d’un fiato.

Charlie Chaplin, Fellini, la Magnani, Alberto Sordi, Clint Eastwood, Totò, Sofia Loren sono solo alcuni dei nomi presenti nell’illustrato scritto e disegnato rispettivamente da Luisa Mattia e da Daniela Tieni. Un libro che riesce, con forte capacità e inventiva, a donare al fermo immagine rappresentato un campo medio di straordinaria vitalità mai incerta, ma piuttosto ricca di atmosfere che rimandano immediatamente alle storie che ci hanno fatto sognare, alle storie che ci portiamo dentro e a tutte quelle che vorremmo vivere ancora.

Il libro edito da Lapis oltrepassa un dietro le quinte immaginato per diventare macchina da presa reale. Un mondo dove tutto è possibile, dove i protagonisti sono gli stessi lettori e dove i poster di un’infanzia mai celata diventano i paesaggi, lo sfondo, la natura di un’avventura che non si limita ad incontrare, ma si fa soggetto itinerante, macchina del tempo contemporanea. Un libro per gli amanti del cinema e non. Un sogno ad occhi aperti. Immaginato quanto basta da sembrare vero.


Per info e per acquistare il libro:

https://www.ibs.it/come-in-film-libro-luisa-mattia/e/9788878747432

 

 

I Trillici – Così underground che mi vorrei seppellire (Upupa Produzioni)

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Suoni provenienti dalla cameretta domestica che percorrono l’etere di storie e vicende, passi incontrollati, valvole di sfogo sempre pronte ad esplodere. Il lo-fi inscatolato a dovere de I Trillici fa la sua bella figura in ambientazioni scarne che pian piano riempiono i nostri vissuti dei poster di ciò che è stato, raccontando una realtà dolce amara piena di sorprese ascolto su ascolto. Una voce che parte in sordina si apre in un secondo momento nell’illusione di sperimentare e raccontare storie che alla fine riguardano un po’ tutti noi. I Trillici confezionano un dischetto sincero, senza velleità, un album a tratti strampalato che raccoglie nell’illusione dell’esistenza pezzi folkeggianti inglobati da un ukulele da spiaggia distorta pronto a lasciare il segno. Così underground che mi vorrei seppellire diverte con introspettiva solitudine e non è cosa da poco.


Boda – Darkness and damages (Autoproduzione)

Boda Darkness and Damages

Sepolture riaffiorate al suolo a ricoprire di membrane cellulari i nostri corpi assiepati al sole. Ingegno elettrico desertico per impressioni costanti che attanagliano ricordi, si trasformano, ci consegnano un evidente racconto di coesione con un alternative dal sapore psichedelico che asseconda, consuma, ingloba, procede in un’oscurità che diventa necessità di vita. Il disco di Boda, all’anagrafe Daniele Rotella, già The rust and the fury  è un album fatto di tanto sudore e realtà. Un insieme di canzoni fatte da calma apparente e concentriche visioni di un passato che necessita ampie vedute, nuove possibilità. La musica d’autore del nostro è un tentativo di andare oltre gli stereotipi del momento e quel cantato in inglese non è un semplice nascondersi dietro ai testi, ma piuttosto una necessità preziosa di comunicare con parole – suono confortevoli e taglienti, limate a dismisura, concentrate e riconosciute. Un album eterogeneo. Un album completo nella sua interezza.


-LIBRI ILLUSTRATI- Emma AdBage – La buca (Camelozampa)

Titolo: La buca

Autori: Emma AdBage

Casa Editrice: Camelozampa

Caratteristiche: pag. 40, 21,5×28 cm., colori

Prezzo: 15,00 €

ISBN: 9788899842789

Potenza evocativa colorata in grado di radunare le emozioni e portarle all’interno di un vortice capace di smontare, rifare, costruire e perpetuare bellezza innocente, bellezza racchiusa e pronta ad esplodere pagina su pagina. Divieti infranti e possibilità di andare oltre. Divieti che non aspettano l’affermazione di un adulto per essere tali, ma si trasformano nell’immediato, molto prima di entrare in funzione, molto prima di diventare operativi. Si trasformano nel momento in cui il bambino conosce il territorio, lo annusa, lo sente, lo percepisce, lo vive.

La buca è un testo sorprendente. Semplice e fruibile. Immenso nel contenuto. Una scuola, una buca nel cortile e un gruppo di alunni attirati da questa cavità. Attirati dalle innumerevoli possibilità di gioco che questa fossa può dare che questa appunto voragine naturale può diventare agli occhi di un bambino. Radici, terra, sassi e foglie. Natura in tutta la sua forza a contrastare il parere dei grandi, il parere di chi non comprende, di chi è troppo lontano per ri-ascoltare le proprie avventurose radici, di chi è troppo vicino da percepirne solo la negatività, la paura.

Emma AdBage, affermata autrice svedese, riesce, con questo suo piccolo capolavoro, a calcare la scena imbrigliando in poche pagine concetti autentici in grado di attraversare l’infanzia del lettore e perpetuando quell’idea naturale di trasgressione delle regole che ci porta sempre e comunque ad aprire la porta con la scritta: Vietato Entrare. Attraverso disegni stilizzati, ma pieni di carattere, la nostra riesce a conquistare anche grazie ad un linguaggio semplice e condiviso che parla al cuore di chi legge, al cuore di chi guarda, al cuore di chi sa ascoltare.

Edito in Italia da Camelozampa, La buca è un passaggio necessario dal mondo dell’infanzia al mondo adulto. Un libro illustrato carico di significati che ci fa sorridere e che inevitabilmente ci fa ritornare bambini per un istante appena. L’autrice svedese imprime con forza una sensazione vitale da veicolare. Un momento che non diventa attimo, ma piuttosto un segno impresso nei ricordi più vividi e più cari che ci portiamo dentro. Il gioco come esperienza di vita, il divieto come momento di crescita per un’elaborazione continua che imperterrita ricerca la soluzione più naturale e sorprendente nell’affrontare le innumerevoli difficoltà che la vita ci impone.


Per info e per acquistare il libro:

https://www.camelozampa.com/shop/la-buca/

Kettle of kites – Arrows (Autoproduzione)

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Indie rock d’autore che sposa l’oltremanica e l’oltreoceano e si attesta a rimembrare i fasti di una musica contemporanea che riesce a toccare le corde dell’ascoltatore abituato a Radiohead, Alt-J, James Blake, Bon Iver, Anohni per un suono moderno e ricercato che nella sperimentazione raggiunge traguardi alquanto importanti ed espressi. Il disco dei Kettle ok kites è un arrembaggio verso porti indefiniti, un sentire comune che diventa viaggio interspaziale per raggiungere pianeti lontani. Visioni, ascolti, espressioni, meditazioni e comunque rielaborazioni di una sorta di odissea d’umanità racchiusa in scatole interscambiabili e pronte a lasciare un segno distinto e vicino, un segno tangibile di una presenza ultraterrena. Arrows è la trama fitta e concatenata, una trama che esplode in bellezza da Supernova fino a Oliver in un cerchio concentrico che diventa musica davvero ben suonata e pronta a lasciare il segno. 


Ciulla – Canzoni dal quarto piano (Peermusic/Costello’s/Black Candy Records)

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Introspezioni da appartamento che sfociano all’interno di camerette poco illuminate e si imprimono attraverso la penna poetica di un cantautore che riesce a creare atmosfere contemporanee pur attingendo il proprio stile, il proprio modo di scrivere nel calamaio dei grandi del passato. Canzoni dal quarto piano è un disco elegante, contrassegnato da una vena d’autore in grado di attraversare gli anni pur concentrando l’attenzione nella malinconia della contemporaneità. Difficoltà dei rapporti, amori andati a male, sogni infranti e speranze da raggiungere sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono Ciulla, cantautore livornese che in questo insieme di canzoni concentra un senso claustrofobico che esplode in bisogno di sedimentare e uscire, pezzo su pezzo, traccia dopo traccia. Stupidi argomenti apre le danze e via via si passa, tra le altre, alle solitarie Venitisette anni, Il mio covo e alla chiusura affidata a Orsetto blu. Canzoni dal quarto piano è un disco intimo, un diario di vita, un’istantanea di un viaggio capace di raccontare e raccontarsi tra sfoghi personali ed esigenze da raggiungere.