Me Vs. Myself – Mictlàn (Panidea)

Viaggi all’interno di substrati neuronali capaci di confondere e diffondere suoni a profusione in grado di attraversare corpi inermi e conciliare bisogni di integrazione e bisogni di affondare le proprie radici in qualcosa di arcano, di lontano, di magnifico, un qualcosa che non dorme mai. Il disco di Me vs Myself è interamente composto utilizzando la voce. La voce che veicola avventura, introspezioni della propria anima, intensificazione in divenire che esplode nel buio e non lascia spazio alle mezze misure. Un Demetrio Stratos moderno che scava e cerca, non interrompe il proprio modo di rimanere e di vivere  il mondo, ma piuttosto fa dell’avanguardia in musica un’arte che si fa ricerca, un’arte mai compressa e banale, ma piuttosto punto di contatto con un qualcosa che ha del spirituale. Otto tracce per altrettanti mondi in un sodalizio unico con la scoperta che attraverso la voce stupisce, consola, ama.


Varanasi – Varanasi (Autoproduzione)

Pietre potenti rotolate al suono che intensificano strati su strati di bellezza mai sopita  e pronta ad emergere ad ogni ascolto. Il piccolo disco dei Varanasi è un viaggio nel punk e nella wave senza dimenticare l’intensificare maggiore di un shoegaze che ripercorre tappe fondamentali di una musica che oltrepassa i confini nazionali per attestarsi e imbrigliare luce laddove pochi possono arrivare. Varanasi racchiude soltanto quattro tracce, ma cariche di una potenza incontrollabile. Dentro ci possiamo trovare Interpol e Joy Division in uno spaccato luccicante di sogni e parole ben spese per recuperare il tempo perduto. Da La grande onda fino a 1978 passando per una bellissima Rosemary’s baby i nostri danno vita ad un qualcosa che aspetta solo di essere implementato per poi essere ammirato in tutta la sua veloce solitudine.