La macchina di Von Neumann- Formalismi (Autoproduzione)

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Post rock emozionale che assale l’ascoltatore con ritmi in crescendo che si fanno via via portatori di sostanza da creare in un suono terreno che a tratti si trasforma in spaziale come la miglior tradizione di genere vuole. Incroci sonori essenziali tra gli italiani Dresda e gli Explosions in the sky a ricostruire uno strumentale che attraversa architetture interiori per concentrare apparati in divenire attraverso una forma canzone cangiante e capace di stupire ad ogni ascolto. Le geometrie ricreate nel primo full legth della band ricreano atmosfere mutevoli e di sicuro effetto, da assaporare quasi sicuramente dal vivo, attraverso il vortice emozionale che questa musica riesce a dare, riesce a comunicare. Formalismi è un disco complesso, ma che nel contempo vuole perdere la nomea di album per pochi. Formalismi è un insieme discostante di ebrezza da assaporare, un inno alla rinascita e alla riscoperta. 


Ex – Bumaye (Smav Factory)

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Cantautorato indie pop dilatato a riscoprire nell’insieme punti di circostanza e visioni soggettive del mondo intensificate da una presa affacciata alla realtà, alla quotidianità che viviamo. Bumaye è la prova d’esordio degli Ex nati come duo, ora allargato a quattro, che fa della musica indipendente, cantata in italiano, un punto di raccordo essenziale dove introspezioni si allineano dolcemente alla visione d’insieme da comunicare. Bumaye suona a tratti etereo, le parole sono ben scandite e la forma poetica ricreata ricorda gruppi anni ’90 come i La Crus o la creatura Volwo di Pasquale De Fina in un disco introspettivo che parla alla parte più nascosta che ci portiamo dentro. Pop quindi, ma anche rock sporcato dal blues a parlare da vicino degli ultimi, di chi viene inesorabilmente sempre dopo di noi, agli sconfitti del tempo e ai demoni interiori che risiedono nel nostro profondo. Gli Ex danno vita a un insieme di canzoni mosse dal vento dell’Alta velocità, raggiungendo apici con Soffocare, Muta, Endovenosa Iris, Senilità per una prova che nel suo insieme stupisce come spiraglio di luce nella notte più nera. 


Tijuana horror club – The big swindle (Autoproduzione)

album The Big Swindle - Tijuana Horror Club

Sporchi quanto basta per riempire il bicchiere della vita e concentrare attenzione particolare su elementi circoscritti che fanno dell’insieme un punto unico di non ritorno. Incalzante prova dei Tijuana horror club, per un disco che fa dell’ironia un punto contagioso di denuncia sicura e importante. The big swindle è un album stratificato che racchiude al proprio interno elementi di blues, di swing e di rockabilly da stringere come maglietta sudata sul palco della vita che ci rende immobili di fronte a certe scelte e a certe situazioni, ma che nel contempo ci porta ad essere consapevoli delle nostre certezze, in una lotta continua che sa di rinascita. Un punk blues che mescola gli elementi in tavola per una prova che passa in velocità da Canton mombello swing fino alla sorprendente e necessaria oggi più che mai Tarantella anti-siae per un risultato che sfocia nel miglior Tom Waits aggrappato alla psichedelia accesa dei The Cramps.