dellacasa maldive – Amore italiano (La Valigetta)

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Ricordi che non si affievoliscono, ma bruciano ancora ad intessere trame e geometrie elettroniche per una musica che trova ispirazione oltreoceano e identifica, con stile, una forte capacità di entrare all’interno di storie, mondi e universi. Amore italiano è il disco fresco e primo in un’uscita di dellacasa maldive band precedentemente affezionata ai singoli che per l’occasione si cimenta in una prova completa e connotata da un forte carattere malinconico estivo. Amore italiano è la descrizione di un momento, è la partecipazione collettiva a qualcosa di più grande e importante, dove l’elettronica incontra l’indie pop, dove i Kraftwerk creano un ponte inossidabile con band come gli MGMT in una sorta di bolla spaziale estiva in cui scivolare e sciogliersi al sole carico di un Autunno lontano. Pezzi come Adeguamento lento, Giostra nel “Lato amore” e La corsa, Frigorifero, Sole d’autunno nel “Lato italiano” trasportano l’ascoltatore in un mondo parallelo che unisce inevitabilmente passato e futuro a formare una bolla d’aria da cui sembra impossibile uscire. Co-prodotto da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle, Amore italiano è un disco di impressioni e ricordi su di una lunga spiaggia chiamata vita. 


The high jackers – Da bomb (Toks Records/Music Force)

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Super band capace di trasportare l’ascoltatore in un universo parallelo catapultato indietro nel tempo tra un r’n’b anni settanta e qualcosa di più arcano, ancestrale, quasi magico. Il progetto creato da Mr. Steve, all’anagrafe Stefano Taboga, raduna al proprio interno musicisti a rotazione capaci di improvvisazioni sonore riadattando ad ogni occasione i pezzi sia per pochi elementi che per l’intera band al completo. Da bomb è un disco che affonda le radici nell’anima più soul che ci portiamo dentro, è una manciata di canzoni che segna a tempo di rock il cammino da seguire e lo fa attraverso dodici brani caratterizzati da una forte impronta personale. I The high jackers sono una band che richiama inevitabilmente al passato, sia per capacità intrinseca che per doti di comunicabilità, pur mantenendo al proprio interno elementi di contemporaneità e originalità. Da Burgers and beers a This is the sound i nostri confezionano una prova unica nel suo genere. 


KOM – Grazie Vasco (Music Force)

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Cover band, tra le più rappresentative del Vasco nazionale, scrive, interpreta e musica un disco di pezzi originali che trovano nell’ispirazione rossiana un punto di contatto palesemente similare, sia per suoni che per timbro vocale. Diciamo che quello dei KOM è principalmente un atto d’amore, un desiderio intrinseco ed estrinseco di dimostrare e dare un senso ad un cammino iniziato molti anni fa e così esploso attraverso un album di inediti che li vede partecipi di un tour “Scateniamoci” pronto ad accendere i patiti di genere sotto i palchi dell’intera penisola. Il singolone Grazie Vasco è un ulteriore conferma di quanto più sopra enunciato, mentre pezzi come Il tuo profumo nell’aria, Mentre Dormi, Sto pensando che, danno un senso introspettivo e originale all’intera produzione. Ci sono potenzialità per sdoganare definitivamente l’aurea e la nomea di cover band vaschiana, ma nel complesso l’intera produzione si attesta a diventare cibo essenziale per i fan dello stile del Blasco. 


Leumann – Dystopian Land(e)scape (Gertrude Tapes)

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Cassettina vintage di colore blu acceso a corollario di un artwork criptico, ma ispirato a condensare immagini e sovrapposizioni da regno oscuro e pieno di rimandi ad un’impostazione classica che esplode e non rasserena, ma piuttosto come malattia ci rende invisibili agli occhi del mondo. Progetto assai alternativo quello di Leumann ad intersecare geometrie e parallelepipedi di forme desuete a rincorrere bagliori di un’altra identità per una musica spaziale che trova nell’improvvisazione materica un punto di contatto con la stravagante ascesa di universi distopici, poco rassicuranti, ma specchio di un futuro che forse verrà. Nulla è affidato al caso, o quasi, in questa produzione underground. Elementi compositivi di sorta rendono il tutto un viaggio ultraterreno fatto da incubi ad occhi aperti  per cinque pezzi che sono arrivo e partenza, sangue e desiderio di rinascere, morte e abbandono, vita da respirare ancora. 


Roslyn – Nomi (Autoproduzione)

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Voce sghemba e fuori controllo per un disco che associa poesia viscerale con qualcosa che è in comune con tutto ciò che ci portiamo dentro in un’alternanza continua pronta e inossidabile nel tempo. Il disco dei Roslyn si affaccia sul panorama dell’alternative italico, ma con piglio dei ’90 rispetto ad una musica contemporanea, intascando energia che si fonde con parole taglienti e di sicuro effetto pronte a rinfrancare l’etere utilizzando un linguaggio che produce e delimita, assottigliando i bisogni e scaraventando al suolo un’inutilità sempre presente. Canzoni di vita quindi che riescono ad incentrare il loro punto focale all’interno di desideri sempre nuovi di ricostruire certezze all’interno di una quotidianità che abbraccia e divora. Nomi, parole, disegni che via via si definiscono, ma che lasciano buona parte di sé all’immaginazione in visioni abbandonate ad un bicchiere di alcol lasciato sul tavolo e il desiderio inespresso di comunicare perennemente, con linguaggio poetico, un senso a tutto ciò che tocchiamo, un senso a tutto ciò che accarezziamo. 


L’invasione degli omini verdi – 8 bit (IndieBox Music)

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Desiderio impressionante di fare un salto all’indietro alla scoperta di valori essenziali come la rivolta portati in essere ancora una volta come punti  inscindibili di un amore indiscutibile per un punk rock targato fine ’90 che non smette di brillare ed energicamente comunicare il proprio punto di vista, la propria strada da seguire. Ritorna la super band L’invasione degli omini verdi, ritorna con un disco di protesta innegabilmente espressa in questa quotidianità per una manciata di canzoni capaci di dare profondità di visione al nostro piatto sguardo ed edulcorato da una realtà che non ci appartiene. Otto tracce che partono con la speranza di Credimi per proseguire con pezzi simbolo come La nostra storia, Rinuncia, Funerale della verità ad impreziosire un punk rock tirato ed evidentemente altamente ispirato. 8 bit è partecipazione e affermazione, è presenza e desiderio di imprigionare l’inutilità nella gabbia di questa società malata, è approccio inglobato negli anni ’90, ma spudoratamente intriso di verità odierna. 8 bit è un disco terreno per questi alieni impressi nel nostro vivere. 


Castaways Roaming – Lone star (Autoproduzione)

album Løne Star - Castaways Roaming

Rock catartico ed emozionale ispirato da modelli d’oltreoceano capaci di intessere chiavi e saperi di un mondo in decomposizione, scavando nella roccia dei sentimenti e dando all’appiglio post grunge un modo diverso e ininterrotto di costruire qualcosa di saldo e duraturo. Il disco dei Castaways roaming si presenta in tutta la sua forza all’interno di composizioni che non disdegnano la facile presa, rinvigorendo un’attrazione che si evince da un appeal energico e architettonicamente importante. Lone star è una furiosa rappresentazione di questa realtà, marginalmente sovrapposta e capace di scavare in profondità per guardare con occhi nuovi all’interno del mondo in bilico che ci appartiene. Un disco dall’anima solitaria che vaga nell’oscurità tentando di carpire segreti e sovrapposizioni che con il passare delle canzoni, divengono via via sempre più interessanti. Da Jupiter revenge fino a At water level i nostri ci imprigionano nella gabbia della vita e trasformano l’inutilità in qualcosa di introspettivo e carico di rimandi ad una scena che non esiste più. 


Ai margini della città – Looking through, looking for (Spore)

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Nero compatto notte addensa circostanze a profusione di un post rock dissolvente e pronto ad inglobare in modo sapiente e inusuale un concentrato di ambizioni che si dipanano nei costrutti e nelle architetture create per l’occasione dalla band pugliese. Ai margini della città danno vita ad un piccolo disco fatto di tre canzoni che viaggiano verso quote siderali per poi esplodere, come vuole la buona tradizione, in un insieme stellare di viaggi cosmici che non rinunciano alle aspettative, ma piuttosto si fanno rappresentazioni reali di una realtà in dissolvenza. Violet and yellow rhythms, Looking back, Disquiet a formare un cerchio in penombra che non delude, anzi cerca di ritagliarsi un posto d’onore incrociando Mogway a qualcosa di più nordico come i Sigur Ros senza dimenticare le incandescenti visioni degli Explosions in the sky per un post rock in continuo mutamento davvero potente e nel contempo ammaliante. 


Roncea – Presente (Dischi Sotterranei)

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Quarto disco del cantautore italo francese Nicolas J. Roncea. Album acustico con sferzate di rock d’autore che impregnano l’etere di sostanze e di microparticelle cantautorali in grado di percepire e canalizzare una sofferenza che proprio nel presente trova il suo punto massimo d’esposizione. Viaggio introspettivo quindi, viaggio a tratti onirico e destabilizzante, ma che nel contempo non abbandona il ricordo, ma si getta a capofitto all’interno del proprio io per uscire allo scoperto e canalizzare una rabbia all’interno di poetici versi che sono l’esemplificazione di architetture costruite per l’occasione raggruppando nel vivere di ogni giorno la paura del domani e  quell’esigenza mistica di lasciarsi alle spalle il superfluo per cercare una nuova strada da seguire. Canzoni come Il presente, Ombra degli ostacoli, La mia mano, Mezzanotte sono la rappresentazione di un disco notturno che costringe a ritornare in superficie a cercare aria da respirare per un insieme di canzoni che rendono necessaria la trasposizione in musica di pensieri multiformi da condividere in questo futuro incerto. 


Outlier – Sinestetismi sincretici (Autoproduzione)

album Sinestetismi Sincretici - Øutlier

Suono d’insieme ricco di stratificazioni e amalgama geniale in grado di rappresentare al meglio una forma in evoluzione di una musica ricca di contaminazioni e carica di significati da costruire e sovrapposta per l’occasione all’interno di una realtà che continua nel suo mutevole e sensato cammino. Il disco degli Outlier porta con sé il sapore di un miscuglio eterogeneo di generi musicali che vanno per l’occasione da un funk ad una sorta di prog passando per un nu jazz che sfida i conformismi per diventare colonna sonora di questa quotidianità. Sinestetismi sincretici è un album complesso e stratificato dove architetture sonore si sposano con la creazione di mondi all’interno di altri mondi  arrangiati per l’occasione da Emanuele Vassalli e qui raccolti in un universo sparso di forme mutevoli. Gli Outlier compongono impressioni geometriche da abili manipolatori della realtà attraverso una musica d’insieme capace di sfidare la gravità a cui siamo abituati e contrastando l’apatia con guizzi di originalità.