Esterina – Canzoni per esseri umani (Pippola Music)

esterina[946]

La notte ingloba sogni e speranze, bisogno di appartenenza e desiderio malinconico di far parte di un qualcosa di grande, di un qualcosa di vero e assoluto tra le ferite di questo nostro vivere e il necessario stare a galla tra gli scogli di un tempo in dissoluzione. Gli Esterina ritornano con un notturno sole di velata introspezione, ritornano con i testi della bonifica e con il desiderio di gridare e sussurrare parole che per l’occasione si fanno più dirette e taglienti, quasi immediate a comporre un insieme di immagini dalle larghe vedute che abbracciano un mondo costruito nel tempo e posto in evoluzione con la chiara intenzione di rendere l’ascoltatore partecipe di una bellezza che sembra non conoscere confini aldilà del mare. In Canzoni per esseri umani le forme costruite acquisiscono un senso semplicemente unico, tra sintetizzatori in primo piano e quell’andare e venire come marea di pezzi interiori e altri esposti alle correnti di questa realtà dove tutto sembra essere frammentato e decomposto. Ogni brano è un tassello fondamentale per comprendere l’intero disco e Si che lo merita, canzone che vede la partecipazione di Edda, è forse il punto più alto di una sorpresa che sembra non conoscere fine. Gli Esterina creano un inno alla realtà e alla solitudine, un disco che ti abbraccia quando meno te lo aspetti, un disco essenziale in questi nostri giorni. 


Ismael – Quattro (Macramé Dischi)

Cantautorato impresso sulle strade dell’Appennino a parlare di rapporti umani e sradicamento, viscere interiori sregolate dall’assurdo tempo di questo nostro vivere e rimpianti attaccati ad una deriva sempre più imminente, sempre più presente e fagocitante. Quattro è il nuovo disco degli Ismael, un album che si nutre di oscurità e abbandono, un album pregno di quell’attitudine diretta e sfacciata del migliore post punk dei Diaframma intersecato con una musica d’autore che riprende argomentazioni veicolanti lo svanire del nostro io, privazioni di punti cardine, di punti guida, in un ricercare sempre e comunque la bestia onnivora che risiede in noi, la bestia che ha devastato tutta la nostra semplice complessità. Gli Ismael confezionano una prova che riesce a guardarsi dentro, è uno specchio devastante e alquanto veritiero di questi nostri giorni, è un attaccamento alla terra e al suolo, agli alberi e al cielo, alla notte e al giorno. Quattro è una guida accecante che segue il fiume di questo nostro tempo, trasformando i ricordi e le situazioni in anfratti che non lasciano via di scampo, perpetuando l’onnipresente io in qualcosa da annientare definitivamente. 


Jocelyn Pulsar – Contro i giovani (Cabezon Records)

Risultati immagini per jocelyn pulsar contro i giovani

Amarcord di situazioni da apprezzare estrapolate dall’album del tempo e piene di rimandi alla storia che viviamo, alla nostra storia, in un acustico e delicato modo di esprimere significati che si affacciano alla realtà con sapienza distribuita e parole, modi, opinioni che reagiscono agli sfoghi adolescenziali proiettandoci in un’età adulta che ci vede protagonisti interi del nostro venire al mondo. Il nuovo di Jocelyn Pulsar, all’anagrafe Francesco Pizzinelli, esce dal cilindro dell’illusione dopo due anni di gestazione e parla a cuore aperto di una età anagrafica che in tutto e per tutto va contro le mode preimpostate ed etichettate del momento, un disco che parla degli anni ’90 nel 2018, un album che usa il linguaggio di quegli anni, tra citazioni e vita vissuta, vita vera che non si scorda in un bicchiere d’acqua o in una canzone mp3, ma piuttosto scava attraverso un cantautorato interiore e autobiografico. Bombe inesplose fa solo da apripista a pezzi fondamentali come la title track, Mi volevo comprare un bar o Le balene nel finale a risarcire in qualche modo un debito o più semplicemente raccontando di questi giorni dove tutto il fondamentale sembra essere sempre più dimenticato. 


Nil Nil – S/t (Autoproduzione)

Risultati immagini per Nil nil band padova

Post punk embrionale che si nutre di oscurità ed espelle nell’etere una sostanza che ha bisogno di essere ingabbiata in suoni che fuoriescono da un tempo lontano e si lasciano trasportare lungo i flutti della nostra memoria. I Nil Nil intascano una prova fatta di cinque canzoni allo stato larvale che riprendono un amore legato al passato, un amore nei confronti di uno stile e di una carica emotiva improntata a raccogliere le sofferenze e le inquietudini degli anni ’80 e pronte ad essere digerite attraverso elettricità e ombra per suoni sempre attivi e convincenti. I padovani registrano cinque pezzi che si dipanano da The dwars of the garden fino a Little man passando per pezzi come Run rabbit…run! a diffondere ancora un’esigenza chiarificatrice e di sicura importanza. L’Ep autoprodotto, sin qui arrivato, denota un gusto quindi per situazioni da amarcord post punk elettrificato a dovere e da energia incanalata in un’essenza di oscurità che fa scuola.