Moreno Delsignore – Risveglio (VREC)

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Abbracciare mondi lontani attraverso una world music davvero interessante che intreccia le melodie del pop e un bisogno sostanziale di vivere le esperienze della vita grazie ad un suono ricercato e convincente che si spinge ben oltre le occasioni mancate e piuttosto instaura rapporti notevoli con una commistione in evoluzione di strumenti inusuali e arrangiamenti davvero impressionanti. L’opera mastodontica di Moreno Delsignore sembra non avere confini ed è un insieme di circostanze lasciate a decantare in note che rendono l’idea della grandezza in divenire di un amore per l’arte che abbraccia i sentimenti e li realizza attraverso sedici pezzi che si fanno immagini di vita da poter ascoltare. Risveglio è un disco complesso, racchiude al proprio interno un’esigenza quasi mistica di portare la musica a livelli altissimi, notevoli le cover di High hopes dei Pink Floyd e di Innuendo dei Queen ad immortalare una prova che nella bellezza trova lo spazio per inediti di notevole caratura come La scia del sole, Prendimi per mano, Le gocce di pioggia e Risveglio per un disco davvero prezioso. 


The Cabin Fevers – Roll on down (VREC)

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Atmosfere da classic rock suburbano si intrecciano con le strade della vita in un approccio di potenza abrasiva in grado di scandagliare a dovere la musica fatta da cinque ragazzotti e dal loro savoir-faire energico e sostanziale in uno stile che è diventato icona per le avventure di questa ed altre realtà. I The Cabin Fevers ci consegnano nelle mani e soprattutto nelle orecchie un disco che catalizza un momento, un album che potrebbe essere la colonna sonora diluita in sella ad una moto, lungo una strada infinita, priva di meta, ma piuttosto capace di segnare un obiettivo che va ben oltre le aspettative sognate e desiderate. Roll on down incrocia punti fondamentali di un genere che ha segnato la storia, da i Lynyrd Skynyrd, passando per i Guns n’ Roses approdando a Bon Jovi e agli Aerosmith in un sogno d’intenti che scava nelle profondità del consuetudinario per cercare, in modo del tutto personale, un’adrenalina di fondo che sembra non invecchiare mai. 


Zizzania – Eclissi (VREC)

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Abrasivi e lucidi capaci di scandagliare l’orizzonte alla ricerca di una meta solare in grado di nascondere le nostre facce e i nostri volti al tempo che verrà in precise e sostanziali ambientazioni fatte di buio e luce, di oscurità da dove poter uscire a suon di rock in un contesto asfittico che ricerca, nel labirinto della vita musicale italiana, un punto di forza, un punto nevralgico su cui poter contare. I Zizzania costruiscono il proprio stile musicale partendo dalle origini del rock nostrano di fine anni ’80 e ’90, dagli Afterhours fino ai Litfiba, passando per i Negrita e i Marlene Kuntz attraverso ponti immaginari che si rifugiano nella bellezza e nell’importanza dei testi ad incrementare poesie in musica che lasciano il segno non certo per la loro banalità. Pezzi come Sei gocce di veleno, Perdere le tracce, Mentre dormi, Fortuna si fanno ricordare costringendo l’ascoltatore a dare un senso costante all’ascolto che diventa attenzione e non più mercificazione e abbandono, un ascolto necessario capace di andare oltre i margini di questa nostra realtà. 


Elodea – Confluenze (VREC)

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Fiume in piena che scava nelle profondità dell’anima alla ricerca di un suono mutevole e costante che nel pop suonato e congegnato a dovere si ritrova a fare i conti con le esperienze e le forme desuete di una modernità mai diretta e conclamata, ma piuttosto soppesata, sospinta e lieve ad intrecciare i vissuti con l’amore, le energie di un qualcosa che non c’è più con il nostro divenire, il nostro stare al mondo. Il disco di Elodea racchiude al proprio interno la passione per una musica che non si vuole porre dei limiti. Notevoli le collaborazioni presenti in tutti i pezzi proposti, ricercando quel senso di appartenenza alla terra che nelle nove tracce ascoltate si fa bellezza affascinante e stagionale in un intreccio di cantato che passa con bravura dall’inglese all’italiano fino al confluire di pezzi simbolo come Nina cantata con Omar Pedrini o Quanto tempo è con Riccardo Maffoni per un disco che fa dei legami indissolubili la propria chiave di lettura.