Truemantic – Truemantic (Seahorse Recordings)

Impostazioni mai definite in una musica orchestrale di ampio respiro che ricopre battiti e sposa a meraviglia questioni ambientali che si dipanano in una natura selvaggia e incontaminata, pronta a raccogliere la neve dell’inverno in un notturno sole che sembra non volere sorgere mai. Le emozioni che scaturiscono dal progetto di Toto Ronzulli si possono definire in comunione con l’ambiente circostante e fanno da tramite per entrare in mondi paralleli da colonna sonora per un progetto strumentale attento ad ogni singola sfumatura, ad ogni singola ripetizione che si apre a melodie ultraterrene e di sicuro effetto circolare. Truemantic è un progetto in evoluzione, è una sfida comprensibile nel momento appena trascorso, è un sostanziale interesse per una musica darkeggiante che al proprio interno è capace di intrappolare una minimal elettronica di ampio respiro consentendo al nostro di raggiungere risultati nell’immediato. Buio e luce si respirano in questo disco, compressione verso spazi lontani e desiderio intrinseco di manipolare i suoni per lasciare, dietro di se, scie luminose di desideri sperati. 


Before Sunset – Paura del futuro (InLoopMusic)

album Paura Del Futuro - Before Sunset

Punk rock che non si chiede troppo puntando all’essenza delle cose con fare disimpegnato, ma nel contempo attento alle modifiche, ai cambiamenti racchiusi in questa prova che ha paura del futuro, ha paura di crescere, restando nel limbo di una post adolescenza che sa trasmettere nella sua incompiuta maturità. Diventare grandi non è necessario e i nostri Before Sunset lo sanno bene, in questo disco il tempo necessario non è mai troppo e l’urgenza degli arrangiamenti si sposa con testi a tratti abrasivi, ma mai discontinui e ben sedimentati nella nostra contemporaneità. I Before Sunset tracciano un cammino in canzoni come Condizionale, Dammi un cielo, Playmobil, Prima del tramonto, pezzi che non trovano una voce amalgamata al resto della parte musicale, ma piuttosto aggressiva si sposa con i testi in primo piano che si fanno analizzare e che rendono questa prova non un semplice sfogo emozionale, ma piuttosto un punto di partenza per nuove soddisfazioni future. 


Ellen River – Lost Souls (New Model Label)

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Vellutate impressioni melliflue di una voce suadente che interseca il blues di qualche decade fa con un suono più moderno, ma comunque intrappolato nei classici intramontabili, nel bisogno di comunicare e di giocare con la voce a rincorrere i giorni, a rincorrere matrici di tempo perdute qui raccolte in una musica magistralmente proposta. Il nuovo disco di Ellen River, all’anagrafe Elena Ortalli, è un intreccio di savoir-faire emozionale con un qualcosa che parte dal di dentro, che parte dall’anima e si attesta ad essere compiutezza lineare, ma ricca di sfumature, merito anche di una band che in questo caso possiamo definire super che racchiude al proprio interno il basso di Antonio Rigo Righetti, le chitarre di Mel Previte e la batteria di Robby Pellati in un sodalizio in rock mai sospinto, ma che fa scuola. Incrociatori sonori da Tori Amos, a Sheryl Crow, passando per Otis Redding si possono apprezzare in questo Lost souls dalle tinte semi oscure in pezzi davvero essenziali e salvifici come frammenti di anime da recuperare in un mondo lontano. Da Walking by the river fino a Starting all over again Ellen River giganteggia in una prova che ha il gusto per l’essenza delle cose, per ciò che conta, in fondo, veramente. 


Ropsten – Eerie (Seahorse Recordings)

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Viaggio cosmico e sonoro nelle introspezioni dell’anima, nei risultati evidenti di un fallimento contemporaneo qui racchiusi attraverso una musica strumentale delineata nel ricreare forme concentriche e lisergiche in una sostanziale ricerca che nel kraut rock e nel post rock d’annata imperversa di rimandi e di suoni psichedelici pronti a stupire e a regalare spazi di bisogni unici ed essenziali, bisogni che si fanno percepibili ascoltando questo lavoro stratificato e osservato con il cannocchiale intenzionale di un tempo che non c’è più. Eerie è uno stato d’animo come dicono i nostri, è un labile confine tra sogno e realtà, tra materia umana e macchina in ossimori in bilico con la nostra modernità, con il nostro stato apparente ed essenziale, tra le cose del momento e quelle che in qualche modo potremo scoprire nel futuro. I Ropsten ci regalano una prova d’insieme che ha del magico, una prova che risorge dalle tenebre, un disco che porta con sé lo zampino di Tommaso Mantelli capace di registrare un fermo immagine, uno stato apparente delle cose che colpisce al primo ascolto. 


dDrop – dDrop (Resisto)

Rapcore cantato in italiano che ritrova nell’energia perduta un punto d’approdo per veicolare sistemi e intelaiature sostanziali con una musica comunicativa e arrabbiata, pronta a scaricare musicalmente nella spazzatura l’idea di mondo che ci portiamo appresso. I dDrop fanno sul serio, riescono a mescolare violentemente una proposta che attinge nei suoni degli anni’90 la propria linfa vitale in parallelismi con la scena underground americana per poi passare ad una contemporaneità sospinta che non si chiede troppo, ma che riesce in simultanea ad arrivare al nocciolo, vivo, vero e pesante della situazione. L’omonimo album d’esordio uscito per (R)esisto racchiude dodici canzoni di una potenza davvero incontrollata che non lasciano scampo e non lasciano respirare, ottenendo un risultato davvero sorprendente per un primo full length che mescola l’hip hop con il rock alternativo e che permette una ricerca di una via di fuga nel labirinto della vita urbana.