Her Skin – Find a place to sleep (Autoproduzione)

Dolcezze pop virate sul folk d’autore ad impreziosire gli ambienti di una calma apparente che culla, trasporta e rassicura dando vitalità e forza ad una proposta che diventa perla rara da trovare, comprendere e attraversare tra magie arpeggiate e volontà di esprimere la propria idea di libertà. Poche parole per raccontare questo disco, un album trasformato in  piccola bomboniera di sogni e delicatezza misurata, un insieme di ricordi scritti nel diario di Her Skin, all’anagrafe Sara Ammendolia, un insieme di canzoni che sono e si fanno senso necessario per le avventure sonore qui raccontate e che trovano il massimo splendore in un omogeneo quadro d’insieme che raccoglie dieci acquarelli agrodolci che narrano di questo e altri mondi, di prospettive e di possibilità da cogliere. Da Prickly Pear fino a A Demain passando per pezzi chiave come Nameless Morning, Sink Into You ad infrangere il tempo fino al compimento di un’età adulta che trova nelle divagazioni e nella sostanza, nella tanta sostanza, il proprio senso di abbandono e rivincita a dimostrare una vitalità interiore che nella pacata quiete della sera trova al proprio interno grosse e chiare scintille di luce.


Lucy Anne Comb – Letting you go (Autoproduzione)

Ripide emozioni scoscese in acustiche divagazioni che intraprendono la strada verso casa e si concentrano nell’attenzione verso una musica capace di creare atmosfere dense di significati, atmosfere in grado di trasformare umori e passioni verso un mondo che non conosciamo o perlomeno non ci appartiene. Guido Brualdi costruisce la figura di Lucy Anne Comb intessendo trame di malinconie oscure e di bellezza celata pronta ad uscire convincendo a dismisura canzone dopo canzone, attimo dopo attimo. E’ lei a parlare, la protagonista di queste storie, di queste narrazioni, è lei che riesce a dare forma e sentimento a tutto quello che riusciamo a scoprire, a percepire da Windir fino a September passando per le introspezioni di Wannabe e la title track. Un disco quasi femminile questo che si interroga sul senso di appartenenza, sulla vita e sulla strada ancora da percorrere, lo fa non con la presunzione di conoscere il mondo, ma piuttosto con un’essenza delicata che ricorda i grandi del passato tra tutti Jeff Buckley. Pur rivolgendosi a una modernità che abbraccia il neo folk il nostro intesse trame mature destinate a perdurare per futuri approcci di sicuro interesse.

Wemen – Everything you kill is beautiful (Autoproduzione)

E’ il momento di farsi grandi , di diventare adulti, di raggiungere una maturità artistica che gli Wemen in questo disco ottengono in modo naturale costruendo una manciata di canzoni che rendono l’idea di un post pop che appunto scavalca le concezioni della musica popolare per come la conosciamo, ma si amalgama piuttosto ad un alternative che fa scuola, elettrizzante quanto basta, acido in parte e potente nella sua immediatezza. Garage rock quindi commistionato ad un energico modo di intendere il mondo che via via lascia posto a deframmentazioni lisergiche in canzoni come l’apertura On the road per poi proseguire con brani quali Contagious kiss, Walk Fast orientaleggiante quanto basta per percepire lo zampino di Mordecai, super canzoni come Good to be alive con la voce di Lucia Manca e pezzi simbolo come Houla o la stessa title track meravigliosa a chiudere il disco. Everything you kill is beautiful riscopre l’esigenza di chiudere con il passato, di creare qualcosa di nuovo sentendo la necessità intrinseca di trasformare il desueto e oramai deturpato in qualcosa di necessario o perlomeno pieno di vitalità. Un disco che brilla di luce, un album che di certo non dimenticheremo facilmente.

LIM – Higher Living (La Tempesta International/Factory Flaws)

L'immagine può contenere: 1 persona

Evoluzioni sonore stranianti e atmosferiche involuzioni elettroniche capaci di perpetuare ad arte capacità, bellezza, incanto in una formula del tutto particolare che attraversa il lounge bar all’interno della nostra mente per calarsi nel pubblico e nella performance sempre più evidente di Sofia Gallotti in arte LIM, una musicista importante, una persona in grado di captare le esigenze disturbanti e malinconiche di un giorno qualunque trasformandolo in un qualcosa di davvero interessante, di davvero unico e imprescindibile. Dopo il successo dell’Ep Comet, il nuovo Higher Living vibra ancora di bellezza autentica e sostanza da mantenere nel tempo. All’interno di questo mini LP possiamo sentire gli echi di James Blake e dei Lali Puna, ma la concezione materica del tutto è sviluppata su più piani elettronici che rendono un’idea di composizione davvero unica e permette alla musicista di raggiungere apici introspettivi che fanno presa fin dal primo ascolto. YSK è l’apertura coinvolgente che prospetta un proseguo naturale in Rushing Guy e via via discosta e scopre nuovi mondi in pezzi come Wet Gold o Let it be per un album dove la sperimentazione è parola principale e dove l’armonia suadente prende il posto di ogni cosa.

Indigo Quest – Cuddles & Troubles (Autoproduzione)

album Cuddles & Troubles - Indigo Quest

Rock psichedelico ammantato e lisergico snocciolato a dovere nella quarta prova stupefacente del diamante grezzo Indigo Quest e del suo modo di entrare all’interno del mondo musicale grazie ad una capacità intrinseca di creare canzoni che non si pongono obiettivi, ma piuttosto sono la rappresentazione reale di un proprio stato, di un proprio essere al mondo. Immediatezza dunque quasi fuori controllo, ma anche parecchio appeal emozionale che ricorda per certi aspetti la musica degli MGMT lasciandosi fluttuare a rincorrere il tempo e nello stesso tempo attraversato, riportare a casa tutto quello che serve per confezionare prove di questo livello. Sono dieci canzoni in un’amalgama omogeneo che non delude, ma che piuttosto convince in una maturazione fuori controllo studiata ed esplosa in tutta la sua forza grazie a splendide sovrapposizioni di musica e parole, in un’internazionalità di fondo che si percepisce canzone dopo canzone. Cuddles & Troubles è il nuovo capitolo di Indigo Quest e dopo l’ascolto di questa meraviglia sonora mi chiedo ancora perché pezzi di questa levatura siano ancora sconosciuti ai più, perché ci siano ancora queste lacune nella cultura musicale italiota.

-LIBRI ILLUSTRATI- David Almond / David Wiesmuller – Il sogno del Nautilus (Orecchio Acerbo)

Risultati immagini per il sogno del nautilus

Titolo: Il sogno del Nautilus

Autori: David Almond / David Wiesmuller

Casa Editrice: Orecchio Acerbo

Caratteristiche: pagine 48, cm.24×34

Prezzo: 17,50 €

ISBN: 9788899064617

 

 

Affondare nel blu dipinto sormontati dall’acqua che ingloba bolle, pensieri e forme poi che appaiono e scompaiono, colori che si dissolvono e fanno della natura marina un punto di contatto con un qualcosa di affascinante, quasi mistico e arcaico, laddove tutto è partito, laddove ora il mondo si ritrova a vivere. Monumenti ricoperti e visti da una diversa prospettiva, la terra sommersa e i protagonisti prima di un tempo lontano: gli esseri umani ora sono un ricordo per i pesci che popolano il mondo acquatico, animali che si domandano il che cosa è stato, animali in cerca di una spiegazione davanti a cotanta bellezza raccolta.

Il domandarsi quindi diventa un veicolo importante per questo illustrato superbamente disegnato che conduce nei fondali della nostra mente e sedimenta pensieri che si rivolgono al lettore mantenendo un registro letterario, quasi fosse un’opera d’altri tempi. La filosofia si mescola all’istinto e i due piani si fondono e confondono lasciando una poesia aperta all’interpretazione personale, un cerchio che coinvolge e stratifica, una lettura da immagazzinare a varie età mantenendo però costante la comunione con un mondo lontano, ma che inevitabilmente ci appartiene.

Nelle elucubrazioni di David Almond c’è una ricerca presente legata al mondo della scrittura, i fraseggi nelle spiegazioni sono potenti e illuminanti, aprono il cosmo della nostra mente in un’idea di psiche antropomorfa impegnata a vivere la vita di tutti i giorni, da una diversa prospettiva, da un diverso lato di mondo, espediente arguto e intellettualmente elevato per permettere al lettore di comprendere il termine empatia da angolature diverse e soprattutto strappando un sorriso di soddisfazione quando a pensare sono proprio quegli esseri che hanno dato vita all’origine della nostra specie per come la conosciamo. Da contorno, ma non di certo in secondo piano, sono le illustrazioni formidabili di Wiesmuller, un intreccio pindarico acquatico di  movimenti fluttuanti e bellezza da scoprire pagina dopo pagina.

Il sogno del Nautilus mescola per rimando sfiorato il mito di Atlantide con un qualcosa di più naturale, interiore, profondo e vicino al nostro pensiero. Ci fa comprendere come gli spazi e la territorialità siano confini delimitati dall’uomo e soprattutto ci trasporta in un mondo dove a pensare non siamo noi, ma quelle stesse creature che si ritrovano catapultate all’interno di un universo in cui l’umanità si è estinta. Un mondo che si interroga stupito attraverso una poesia che ha trovato il tempo di recuperare il proprio spazio personale e che rende vivida l’idea, del tutto condivisa, che siamo in balia di un destino da affrontare sempre e comunque.

Per info e per acquistare il libro:

https://www.orecchioacerbo.com/editore/index.php?option=com_oa&vista=catalogo&id=530