Ivana Cecoli – Io non so se tu lo sai (San Luca Sound)

Cantautorato misto jazz per stanze che si affacciano alla finestra della vita, stanze spoglie, ma ricche di voci, di racconti e di energia ad attaccarsi a tutto ciò che ci troviamo dentro per spiegare e raccontare pezzi di cielo che ci accomunano con mordente e con incisività di certo non leggera, ma attraverso stupore che si forma di volta in volta, si trasforma e ci conduce con disincanto all’essenzialità della vita stessa. Io non so se tu lo sai è una valvola di sfogo nei confronti del vivere moderno, è un impegno sociale cantato e proposto perennemente, un dichiarare le proprie intenzioni rimanendo fedele ad una linea stabile e di demarcazione netta dove canzoni come l’apertura affidata ad Anima che o le successive Una ballata ideale, Che ninna, che nanna, Goccia d’acqua e Capitano nostalgia fanno da punti essenziali per la produzione di questa Patti Smith del tutto italiana. Da segnalare inoltre le collaborazioni nelle tracce finali con Maria Giulia Mapelli e con Syusy Blady a dare valore aggiunto e ironia alle tracce proposte. Ivana Cecoli con passione dà sfogo ad un senso di libertà e identità con la terra, una cantautrice in grado di accarezzare il cielo con gli occhi di chi vede i cambiamenti da un punto più introspettivo e sensibile degli altri, sempre dalla parte degli ultimi, sempre dalla parte di chi lotta per vivere diversamente il mondo che gli appartiene.

Cristina Renzetti – Dieci Lune (Brutture Moderne)

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Guardarsi dentro, guardare lontano, comprimere spazi di pura poesia soppesata e imbrigliare la luce, quella che infine non se ne andrà mai. Cristina Renzetti stupisce, non solo per aver fatto un disco davvero importante e ricco di soggettività indiscutibile, ma anche per aver dato coerenza e filo d’unione ad un insieme di canzoni durato quanto una gestazione. Nove mesi per creare leggerezza e semplicità invidiabili, dove le virgole poetiche sono al loro posto e dove i racconti presenti all’interno dell’album sono parte imprescindibile della stessa cantautrice. Un’anima jazz che sposa la musica d’autore e quel che ne esce è un’attenta immagine di pura realtà che fa scuola ricordando, a tratti, per arrangiamenti e musicalità, quel capolavoro chiamato Anime Salve di Fabrizio De Andrè in un’attesa che si fa speranza e compie cerchi concentrici in pezzi come Nuvole e sole, la delicata Mana Clara, Anime Semplici o il finale lasciato a La montagna. Spaccati di vita, spaccati di noi raccontati dal filo invisibile dello stupore e mossi dalla bellezza delle cose che appartengono a quella forma di costrutto in divenire che da acustiche visioni  si trasforma in parallelismi con la vita vera per immagini da poter custodire e utilizzare nei nostri giorni migliori.

Paolo Tocco – Ho bisogno d’aria (IRMA Records)

Canzoni soppesate al filo della quotidianità che entrano in punta di piedi all’interno di stanze possibilmente vuote da dove poter creare e ottenere bagliori di luce nella mediocrità che avanza e in tutto quello che la felicità nasconde lontana. Il cantautore Paolo Tocco, al terzo disco, incornicia una prova acustica sussurrata, in grado di attraversare le tempeste di ogni giorno in modo introspettivo e atmosferico, contando i minuti che lo separano dalla bellezza attraverso canzoni fatte per scrutare l’orizzonte lontano, parlando di abbandono, di rabbia e della difficoltà di interagire con un mondo che corre e non riesce a fermarsi, mai. La title track ci fa entrare nell’universo di Paolo e tutto il disco è un insieme omogeneo di stati d’animo davvero bellissimi e vissuti, per certi versi il nostro ricorda la malinconia stagionale di Danio Manfredini, in un insieme di poesie che portano la voce di chi voce più non ha. Ho bisogno d’aria sarà anche un romanzo che uscirà in concomitanza con il disco, sarà un libro di quotidianità vissuta che se si dimostrerà all’altezza del’album certamente continuerà quel percorso di apertura mentale volutamente mosso e analizzato tra le canzoni ascoltate. Ho bisogno d’aria è uno spaccato di vite inglobate dall’ineluttabilità della vita, canzoni però piene di tenacia e capacità d’analisi che fanno di questo grande cantautore un contemporaneo da scoprire.