Alberto Nemo – 6×0 (Volume 1) / (Dimora Records)

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Artista crepuscolare che raccoglie il tormento del mondo per rigettarlo al suolo attraverso una formula davvero inusuale, ma dal forte impatto emozionale per un disco sorprendente fatto da suite sonore che raccolgono una poesia introspettiva e malinconica ricordando per certi versi accenni e fraseggi di Antony Hegarty e dei Dead can dance racchiusi in scatole concentriche che donano spazio all’intensità emotiva del cantautore di Venezia qui raccolto in costruzioni da cattedrale solenne che si erge a fluttuante emblema di una forma canzone che non ricerca un seguito, ma piuttosto si fa perla intramontabile per i giorni che verranno. 6×0 Volume 1 esce per la neonata Dimora Records, etichetta fondata dallo stesso Nemo con il cantautore conterraneo Andrea Liuzza, un’etichetta che si prefigge di dare spazio ad artisti emergenti italiani e già con questo disco il percorso di fondo ha inizio prediligendo una sospensione da tutto ciò che è stato fatto fin’ora nel panorama indie italiano per donare passaggi di lucentezza attraverso il buio che avanza in una piccola composizione che è solo la prima parte di un qualcosa di più complesso, di stratificato. 6×0 è emozione allo stato puro fuori da ogni cliché, un disco che si prefigge di essere via di fuga da un quotidiano sentire comune.

Lost dogs laughter – Out of space (Autoproduzione)

Una potenza controllata di getto è l’esemplificazione portante del nuovo primo album dei Lost dogs laughter band romana che fa dell’alternative targato anni zero un cavallo di battaglia tra cavalcate poderose, distorsori eviscerati a dovere e una voce tuonante a catturare l’attimo e la minima sensazione di assoluto che si respira. Out of space è un viaggio fuori e dentro di noi, un camminare quasi metafisico anche se ben ancorato a terra che si destreggia lungo un percorso che vede il grunge e tutto il post come punto cardine di partenza per esprimere un concetto, una sensazione, un bisogno impellente di comunicare situazioni e stati emozionali tra Nirvana e i Porcupine Tree passando per i Muse e i QOTSA. Sono nove canzoni a far luce su di un palco polveroso, nove pezzi che si destreggiano e convincono già dalla prima traccia, Sweeter reaction, singolo d’apertura davvero interessante che lascia il posto a brani come Go away o am I? a ristabilire un rapporto terreno che si immola a punto di partenza per nuove scoperte. Out of space compie, attraverso sonorità variegate, un giro di sensazioni pronte a sbaragliare confini inventati, sensazioni capaci di dare un senso a tutto quello che ci circonda.

HLFMN – YOU’RE SHIFTING NOW (Autoproduzione)

Spazi sovrapposti che imbrigliano la luce dell’attimo appena trascorso e si stagliano ad incanalare sovrastrutture di mondi diversi, lontani, realtà similari che accennano a ricoprire spazi di vita attraverso una musica pensata per catturare l’attimo simultaneo, il momento dilatato e in continua sospensione. HLFMN ovvero Half Man ci delizia con un disco davvero sorprendente che spazia dal minimal, alla musica d’atmosfera fino a subentrare all’interno di meraviglie post rock capaci di affacciarsi ad un’elettronica di genere mai conclamata, ma piuttosto lasciata lì a sedimentare rincorrendo una qualità di fondo davvero invidiabile e capace di nascondere significati sotterranei se non addirittura spaziali. In questo album fatto di diciassette tracce c’è l’amore per l’inspiegabile, amalgamando suoni in continua evoluzione; un disco che si apre ad emozioni nascoste, rarefatte, inglobando pensieri di plurime realtà e plurime scelte, le scelte che il nostro reale ci chiede di compiere, le scelte che il nostro Half Man è in grado di farci apprezzare attraverso brani eterogenei e simultanei al viaggiare neuronale del nostro cervello, tra un Moby della prima ora e i Sigur Ros di Kveikur You’re shifting now è prima di tutto un viaggio dentro di noi che ha la potenza cosmica di un qualcosa senza fine.