-FUMETTI- Renaud Dillies/Grazia La Padula – Giardino d’inverno (Tunué)

Titolo: Giardino d’inverno

Autori: Renaud Dillies/Grazia La Padula

Casa Editrice: Tunué

Caratteristiche: cartonato, 19,5×27, 64 pp a colori

Prezzo: 14,90 €

ISBN:  9788867901524

 

La città abbandonata e i palazzi a guardare dall’alto in una malinconia di fondo che attraversa le sensazioni di un vivere in disparte, di un vivere non condiviso, nella solitudine del momento e forse nel rimpianto di un’ineluttabilità che non trova punto di sfogo, ma piuttosto la quotidiana routine che ingabbia le multiformi presenze di un’esistenza compressa e mai esplosa, a segnare destini, a segnare la strada rendendo ostico il cammino fino al punto di contatto con l’imprevisto, con tutto ciò che non avevamo calcolato prima e che ora si addiziona facilmente al nostro essere totale: uno più uno uguale a due.

Le strade di un’ipotetico centro abitato sono viste dal cemento dei marciapiedi e l’essere al centro di un qualcosa che ci rende emarginati si misura con la forza di un racconto elegante e del tutto inglobante, un racconto dove i sentimenti prevalgono sul grigiore di un mondo chiuso in se stesso e dove il caso e la fortuna, molte volte, non sono astrazioni, ma piuttosto veicoli per una realtà tangibile. Sam, il protagonista, lavora in un jazzbar, ha chiuso i rapporti con la propria famiglia e si barcamena in una relazione con la ballerina Lili. Sam è uno di noi, uno fra i tanti, non sogna una vita diversa, ma piuttosto subisce quella stessa vita di cui lui è ospite immobile, sospinto dal destino per inerzia e per abbandono. Un giorno una goccia cade dal soffitto sulla sua tazza di caffè nero, una semplice goccia capace di veicolare il nostro all’incontro con il vicino del piano di sopra che in un modo alquanto originale riuscirà a caratterizzare una rinascita di sentimenti e di prospettive emozionanti.

Tunué pubblica in Italia una piccola perla uscita in Francia nel 2009, un fumetto graficamente ineccepibile dove gli acquarelli mutevoli di Grazia La Padula si aprono in un colore quasi mistico quando meno te lo aspetti, un’esplosione di luce capace di creare un effetto sogno/realtà che si discosta dalle ambientazioni che accompagnano gran parte dell’opera per concentrarsi sull’effetto sorpresa e sulle emozioni che questo passaggio fondamentale sa comunicare. I testi sono del già premiato autore Renaud Dillies: parole scandite dallo scendere della pioggia, frasi brevi, concise, quasi da contorno che riescono a chiudere un cerchio, soprattutto visivo che nel finale si aprirà ad insolite attese.

Un fumetto carico di un’espressività fuori dal comune, una favola moderna che inevitabilmente ci sfiora e trae spunto da situazioni di vita per far trionfare l’amore ancora una volta, non un amore banale e finto patinato, ma piuttosto un sentimento d’intenzioni che rende percepibile un contesto, una parola, una carezza, regalando una dolce speranza al nostro essere insieme: uno più uno uguale a due.

Per info e per acquistare il fumetto:

http://www.tunue.com/graphic-novel/400-giardino-d-inverno.html

VonDatty – Ninnenanne (Tsunami Station/Goodfellas)

Il secondo album del cantautore romano VonDatty è un insieme eterogeneo di oscurità che avanza in bilico tra soffuse aspirazioni e bisogni sempre nuovi di andare oltre la canzone d’autore per come la conosciamo attingendo speranze e sogni malcelati in testi quasi claustrofobici ad implementare e a chiudere la Trilogia della notte iniziata con l’EP Diavolerie, proseguita con Madrigali e ora conclusa con Ninnenanne. C’è qualcosa di sotterraneo in questa musica e la costante misurazione degli arrangiamenti porta il nostro ad ampliare i propri orizzonti e a far si che tratti compenetranti di luce si adagino sul fondo della stanza, una stanza che è simbolo di verità, ma anche di purezza da riscoprire nel mondo crudo che occupiamo. Emblematica poi la scelta di aprire e chiudere con Prima ninna nanna sulla terra/Prima ninna nanna sotto terra a ribadire concetti spiegati in canzoni spruzzate dal rock d’autore e dalla consistenza di una prosa solida e meritevole di essere percepita fino in fondo. Il disco di VonDatty chiude un cerchio per riaprirne un altro e noi spettatori dentro a tutto questo ci facciamo portatori di una notte infinita e carica di racconti da far nostri fino al nuovo giorno.

Indigo Quest – Well-Timed Ep (Autoproduzione)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Disco allucinogeno dalla forte attitudine impattante che conquista dal primo ascolta e pone questo strampalato musicista e polistrumentista Denis Rossi sullo scalino delle uscite fresche e genuine da ascoltare, sottolineando una certa importanza di stile che ben si evince dal risultato finale dell’intera produzione. Ci troviamo davanti ad un percorso psichedelico di forma e sostanza, maturazione e brividi in grado di trasformare il tutto in un qualcosa di molto internazionale con echi alla MGMT, passando per l’evoluzione di band nostrane come Sycamore Age per un compatto disco di presentazione che parte con la follia e finisce con la follia, tra sghembe direzioni e potenza espressiva fuori controllo. Un disco da paura, nel senso positivo del termine capace di imbrigliare la luce soffusa di una stanza in Agosto per trasformarla in un arcobaleno vibrante vita di una bellezza sconcertante. Da applausi.

Claudio Lolli – Il grande freddo (La Tempesta Dischi)

Otto anni di assenza che come vento impetuoso hanno accompagnato un silenzio imprevedibile per la musica cantautorale italiana. Otto anni di silenzio ed eccoci con Il grande freddo nuovo disco del grande cantautore bolognese Claudio Lolli. Un album che racconta con velata malinconia ed introspezione un’emarginazione di fondo e mancanza di appigli sicuri per andare avanti, tra una privazione sempre più accentuata di una sinistra credibile e pratica e una sostanziale morte dei sentimenti che ingloba ogni singolo attimo della nostra vita e non ci permette di uscire di petto da schemi prepotentemente precostituiti in nome di una violenza morale perpetuata giorno dopo giorno dal nostro mondo evoluto. Il cantautore militante cristallizza l’attimo in istantanee, piccoli dipinti che fanno parte di un complesso e meraviglioso artwork realizzato da Enzo De Giorgi e che in musica brillano di uno splendore assai raro. C’è un’essenza scarna in tutto questo, un’essenza di desolazione che ricrea amarcord sofisticati e pregnanti veridicità. Già con la title track d’apertura sentiamo come la poesia non scada nella banalità ed è sempre, essa stessa, ricerca di un modo di comunicare attraverso parole quasi desuete ai nostri giorni, parole che hanno un loro peso specifico, un’impronta prima di tutto culturale. Sul retro Claudio e la sua chitarra, una strada ad indicare che “….bisogna andare sempre avanti, anche se noi non siamo in tanti…”, una strada che ci porta a quel Raggio di sole finale che può essere rinascita in ogni angolo del nostro vivere umano conosciuto.