L’armata Brancaleone – Folk Stalk (Autoproduzione)

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Continua la ricerca sonora per la band di Macerata L’Armata Brancaleone, continua all’insegna del divertimento, dei balli fino a tarda sera e del sapore costante di una natura incontaminata che si sposa alla perfezione denunciando i vizi dei giorni nostri con sorriso e desiderio di andare avanti. La formula non cambia rispetto alle precedenti composizioni, anche se i nostri non vogliono sentirsi categorizzati, anzi l’essenza di questa musica sta proprio in un’originalità di fondo che attingendo dal folk si esprime nella sua completezza grazie ad incursioni nel pop sostenuto e nella musica d’autore dove è impossibile non ricordare dopo l’ascolto il tormentone Senti solo il refrain? Tra gli ospiti di questo disco sentiamo la chitarra di Finaz della Bandabardò, la follia orchestrale di Eusebio Martinelli e la preziosissima presenza di Marino Severini, fondatore, con il fratello dei Gang per suoni stupendamente arrangiati e che valorizzano maggiormente quell’intreccio costante di vita vissuta e bellezza utopica che risiede dentro di noi e che in qualche modo ci lega indissolubilmente alla terra che ci appartiene.

Droning Maud – Beautiful Mistakes (I dischi del minollo)

Droning Maud

E’ la paura che ci assale e ci porta imperiosa a scoprire le parti più nascoste di noi, all’interno di buie caverne dove una dolce melodia culla le anime solitarie in gesti di affetto e senso onirico che avanza. Un disco completo e quasi etereo che abbraccia i suoni siderali del nord Europa incamerando la lezione del rock americano degli anni ’90 con stile e precisione, con passione che si evince e viene ben distribuita in contesti di solitudine che si amplificano e lasciano il posto a sferzate elettriche che non passano di certo in secondo piano, ma piuttosto intensificano le pressioni con l’esterno fino a farti entrare in una nuova dimensione ricca di pathos e atmosfera, una musica che ricerca testualmente gli errori bellissimi della nostra quotidianità, gli errori che ci appartengono e ci rinfrancano per arrangiamenti che valorizzano una voce importante in primo piano a sviscerarci dal di dentro. Le otto tracce che compongono l’album si muovono bene tra i parallelismi inevitabili con la nostra società e lasciano che la mente dell’ascoltatore entri in un incanto/disincanto infinito.