One boy band – 33 Giri di boa (Discipline)

Musica d’autore quasi eterea che si affaccia su territori desertici e pieni di riverberi interiori per dare un senso ad un suono d’insieme che si allontana dall’autocontrollo e lambisce la terra, lambisce l’isola come fosse mare docile, ma in continua trasformazione per un disco che ha il sapore necessario di una sedimentazione e di un proverbiale ricordo di tempi migliori. Un primo album di debutto che riceve, incassa ed espelle un bisogno impellente di parlare agli altri, un Davide Genco in stato di grazia che nelle undici tracce in questione cerca una propria via d’uscita dal cantautorato usa e getta moderno, lo fa attraverso poesie reali, tangibili dove la sostanza è sempre messa in primo piano e dove il nostro si diletta nell’impresa di riabbracciarsi alla solitudine del momento tra Micah P.Hinson e Sun Kil Moon in pezzi che fanno del citazionismo, come l’apertura affidata a Elliot Smith e l’autunno, un punto di partenza che si conclude nella bellezza di Ninna nanna dark per una prova d’esordio che ha il gusto dell’oscurità, di un tunnel senza fine in cerca della propria luce.