Egon – Il cielo rosso è nostro (Autoproduzione)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.Tuffi profondi in dissolvenza in grado di rispecchiare parabole ascendenti nei confronti di un disco in completa evoluzione contagiosa che si esprime nell’attimo dopo l’attesa, si esprime in un insostenibile bisogno dichiarato di passare dalla luce al buio, dal momento del crepuscolo fino alla nuova alba ed è qui che i nostri Egon si collocano, là dove c’è la notte più scura, cupa e nera, là dove ci si perde per poi ritrovarsi, tra incursioni rock legate indissolubilmente agli anni ’90 e quel parlato tipico di produzioni indie più moderne che si alterna facilmente e dona spazi di apertura anche all’inglese di Dry o almeno in parte, brano alquanto riuscito che incontra e scontra parallelismi doverosi ricordando gli Smashing Pumpkins di Try, try, try in un concentrato di lirismo rock e underground capace di maturare sempre più nel tiepido bagliore di un giorno pronto a morire, per lasciare posto alla tanto cara oscurità che ingloba.

Davide Solfrini- Vèstiti male (New Model Label)

Indossiamo vestiti per apparire o per far parte di un mondo che magari ci sta stretto, tra le solitudini quotidiane e il nostro vivere male che ci porta inesorabilmente a fare i conti con il nostro io, con noi stessi, tra le difficoltà di ogni giorno e quella forza che ci appartiene e che ci fa andare avanti oltre ogni cosa. Davide Solfrini continua la sua ricerca musicale attraverso panorami intrisi di verve poetica e letteraria, dove la ricerca testuale si sposa e va di pari passo con quella delle sette note, lo possiamo capire già dalle prime battute del nuovo disco, Vèstiti male, attraverso quella Portiere Notturno che sembra racchiudere un concetto essenziale presente in tutto il disco e cioè quel mondo mostruoso di cui facciamo parte, quel mondo che non riconosce l’essere umano come tale, ma piuttosto ne sottolinea i lati deboli e le continue sottomissioni; dal mondo lavorativo appunto, fino ad un mondo estetico raccontato nella title track, per arrivare all’oscurità dell’anima di Una volta ero un uomo diverso il nostro intasca una prova caratterizzata da chitarre anni ’90 e quel piglio malinconico e introverso che ben si lega al concetto di abbandono sociale presente nel nostro incedere quotidiano.

Cranchi – Spiegazioni Improbabili (New Model Label/In the bottle Records)

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Piccoli acquarelli lucenti che raccontano di un micro mondo che cresce attorno al cantautore Massimiliano Cranchi e alla sua band in un sodalizio con la canzone d’autore italiana che vede il nostro approcciarsi a sentimentali poesie di un tempo passato e di un tempo presente in grado di narrare, attraverso piccoli particolari, la bellezza e la semplicità della vita, tra le insidie di ogni giorno e tra le esigenze di domandarsi e di occupare un posto che ci permette di vivere completamente una situazione di intesa profonda con ciò che ci sta attorno, attraverso quello in cui crediamo. Tra sonorità mai sospinte, ma piuttosto sussurrate in rima, tra De Gregori e Guccini in un connubio d’autore che rende bene l’idea e l’apice musicale, i nostri muovono i propri passa alla scoperta di un mondo raccontato non come fatto di cronaca, ma piuttosto come idea intrappolata in nuvola sulfurea che si fa trasportare dal vento lontana nel tempo e confezionando un disco in cui si respira l’odore della pianura e del sole estivo alternato al gelo invernale.

Stato brado – Cosa adesso siamo (New Model Label)

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Country rock della campagna mescolato al folk e alla canzone tradizionale per un disco che sa di amarcord vintage nel pranzo della domenica affacciato al cortile della vita che per l’occasione mescola le carte in tavola a racimolare tratti esistenziali di quotidianità sotto il sole cocente, raccontando di sogni infranti, personaggi strampalati e uomini e donne di tutti i giorn, alle prese con le difficoltà che attanagliano e non rendono sicuro il cammino che abbiamo davanti. La ricerca di lo Stato Brado avanza prepotentemente grazie al suono condiviso, all’attuazione di una proposta ben stratificata e convincente mescolando il passato con il presente, la musica appunto d’autore con un qualcosa di più moderno che affonda le proprie radici nell’eventualità del momento e si fa spazio da Nient’altro fino ad Aspetta e spera in un connubio sostanziale di musica fatta per divertire e fatta per far riflettere che non stona assolutamente tra le proposte di questa moltitudine musicale in divenire.