Ottavia Brown – INFONDO (Autoproduzione)

Atmosfere crepuscolari e recondite che portano con sé il profumo di un altro tempo e il candore delle rose lasciate ad appassire al sole lungo un viale infinito chiamato vita, inondato da una polvere necessaria nel ricoprire ciò che è stato per abbandonarsi egregiamente alle braccia del futuro.

Ottavia Bruno in arte Ottavia Brown concepisce un disco che nasce dall’esigenza di legare la canzone d’autore italiana con le creazioni swing mescolate al blues-noir di un’altra epoca dove l’oscurità ammanta i pensieri più nascosti e ci porta alla conoscenza primordiale di una voce suadente e penetrante, capace di veicolare testi, che nella loro semplicità, trasportano un significato essenziale e di puro amore verso il mondo della fiaba e delle sue allegorie, un amore dichiaratamente espresso grazie anche alle illustrazioni della stessa cantautrice, immagini dal forte impatto visivo, dove la scelta cromatica è ben calibrata nel definire un mondo soppesato e magico, un luogo dove le canzoni prendono forma e lasciano intravedere paesaggi sonori congegnali ad un tipo di musica fatta con il cuore per il cuore e dove gli arrangiamenti sono parte essenziale del tutto, un nome a caso: Alessandro Asso Stefana è co-arrangiatore di Infondo e di Il mio cuore va e lo perderò, a dare un ulteriore valore aggiunto alla già bellezza raggiunta della proposta.

Una favola oscura quella di Ottavia, che porta con sé l’importanza del tempo e delle cose migliori lasciate a sedimentare nella nostra mente per donarci ancora quell’esigenza lontana, quasi di un’altra epoca, in grado di valorizzare il ricordo e tutte le sue sfumature.

Contessa & The Squires – Stop the bomb (Autoproduzione)

Nuovo piccolo disco per i Contessa che sfornano quattro pezzi super estivi da poter ballare a piedi nudi sulla spiaggia senza chiedersi troppo e soprattutto profumando di quel candore adolescenziale che fa impazzire anche il più asociale in circolazione, un mix di rock and roll made in Firenze che trascina, conquista e ripaga, con occhio prepotentemente teso agli anni ’60, tra le cavalcate marine su onde infinite e la voracità di conquista tipica di questa stagione.

Il disco è ben suonato e il bisogno di essenzialità si evince sin dalle prime note, dove il calore di Gonna sing gonna dance si interseca perfettamente con i pezzi a seguire, My Cadillac, Julie e The Colt per un inno al bisogno esistenziale di divertimento e pensieri lasciati in disparte in canzoni che sanno di tempo perduto e di bellezza sonora senza fine.

Bella l’idea del formato, un piccola pen drive a forma di disco, inoltre per i palati più esigenti l’EP sarà ascoltabile anche in vinile 7″, alla ricerca di quel pezzo di vintage vissuto da poter assaggiare solco dopo solco.