-FUMETTO- Marco D’Angelo/Fabrizio Di Nicola – Bruce Springsteen/Spiriti nella notte (EdizioniNPE)

 

Titolo: Bruce Springsteen – Spiriti nella notte

Autori: Marco D’Angelo/Fabrizio Di Nicola

Casa Editrice: NPE

Caratteristiche: brossura, 128 pp. bn

Prezzo: 9,90€

ISBN: 978-88-97141-64-8

 

E’ un viaggio nella notte, dentro ai pensieri che ci attanagliano e un po’ ci inglobano, sogni che forse si realizzeranno e la gravità che ci fa tenere per terra, svegliandoci di soprassalto, un racconto di vita prima di tutto e una speranza per coloro che verranno.

Stiamo parlando qui su Indiepercui del romanzo a fumetti Spiriti nella notte di Marco D’Angelo e Fabrizio di Nicola, ovvero la storia di Bruce Springsteen per la prima volta raccontata a fumetti, un volume che non si presta ad essere una mera biografia lasciata al tempo nelle pagine di wikipedia, ma un vero e proprio racconto per immagini di aspetti segreti e poco conosciuti della storia del Boss, quasi fosse un sogno ad occhi aperti per i fan italiani, concretizzato dalla possibilità di poter comprendere aspetti che prima ai più risultavano sconosciuti e con un sorriso di soddisfazione donare maggiore senso alla compiutezza del protagonista.

Un protagonista che non ha bisogno certo di presentazioni, un uomo prima di tutto che in queste pagine ritrova una propria dimensione, colpisce l’incontro con lo storico e immenso, in tutti i sensi, Clarence Clemons, per poi portare il racconto ad un arricchimento biografico durante la formazione della E Street Band: gli annunci, i concerti a coprire il periodo di tempo di Born to Run, Darkness on the Edge of Town, The River e Born in the U.S.A.; ti sembra quasi di ascoltarle quelle canzoni sfogliando le pagine e guardando semplicemente le immagini, tanto sono reali, semplici e specchio di un passato che continua ad esistere.

Un’opera riuscita, che si distacca egregiamente da altre produzioni letterarie e con sostanza delinea un personaggio che ormai è icona di un rock che forse non c’è più, uno show dentro lo show, un racconto notturno in una terra di speranze e sogni.

 

 

Tadca Records – Musical Circus (Tadca Records)

Una compilation indie fino al midollo di quelle che vorresti ce ne fossero di più in giro, di quelle sentite e ragionate che danno spazio ai fermenti musicali di una scena underground, quella di Cuneo per l’occasione, che valorizza, grazie alla Tadca Records, un sostanziale gruppo di band che fin dal principio non si pongono di guadagnare con la propria musica, ma hanno l’obiettivo primario si socializzare, creare rete e trame capaci di dare speranza, valore e dignità al nuovo che avanza.

Un’etichetta punk e non solo, attenta alle avanguardie e alla musica composta di getto, priva di vincoli formali, in un’accezione notevole che si fa connubio tra improvvisazione e un essere se stessi, uno stato primordiale di musica che non ha nulla da perdere e focalizza la propria attenzione più sul contenuto che sulla facciata esteriore, in una continua ricerca di rapporti da instaurare, mantenere e far crescere.

Un pezzo di carta che mi arriva in allegato, scritto a mano, lontano dai comunicati stampa prestampati, un pezzo di carta scritto con il cuore, personale e sentito, il senso di un progetto racchiuso in una facciata a penna, sembra quasi di fare un salto di trent’anni indietro alla riscoperta del vero indie, ma il mio stupore dopo tutto questo sta nel dire che   il vero indie ce l’ho ora tra le mani, lo sto ascoltando adesso, tanto di cappello quindi.

Fall of Minerva – Portraits (Overdrive Records, Basick Records)

La rabbia lacerante che va oltre l’orizzonte e si staglia di energia dalle viscere che implementano l’odio di una generazione per tutto quello che li circonda, presi sul serio dalle spallate della vita in frantumi, orgoglio per chi sotto il palco non smette di gridare una musica sostenuta da un cantato urlato screamo che concede spazi di dilatazione in pezzi in cui trova spazio un cantato italiano, quasi incomprensibile, a manifestare una forza di volontà incompresa dai più, ma di sicuro effetto, tassello dopo tassello, in un vortice sostanziale, sostenuto da una notevole base ritmica e chitarristica, sostenuto da quell’esigenza di urlare al mondo la propria esistenza.

Loro sono i Fall of Minerva, vengono da Vicenza, ma la loro musica ha poco a che vedere con le produzioni locali, hanno invece una forte connotazione internazionale che li porta a collaborare con distribuzioni che si trovano fuori dai confini italiani a sancire un sodalizio e una speranza di essere luce nel buio che avanza, ritratti del tempo che viviamo, ritratti di un mondo in decadenza.

Eva Braun – Dopo di noi il diluvio – Volume 1 – (Exit Records)

Il nostro destino che non ha senso, non ha un senso o meglio qualcuno vorrebbe che acquisisse di significato in un mondo commercializzato e commerciale, anche se poi tutta questa esigenza non è altro che mera volontà di annullare le coscienze in un pensiero collettivo non condiviso, ma imposto dall’alto.

I romani Eva Braun ci raccontano tutto questo nel loro Dopo di noi il diluvio Volume 1, prima parte di un concept che parla delle difficoltà di chi ha venti/trenta anni oggi, di chi cerca invano di crearsi una propria strada, in un mare di gocce tutte uguali, ricoperte globalmente dallo stesso mare di polvere.

Ecco allora che il cantautorato impegnato socialmente incrocia i destini e gli sguardi di chi ascolta, attraverso la creazione di tele e fitte trame a volte noise, altre volte psichedeliche in un groviglio allucinato di forza interiore e desiderio di cambiare, come fosse un vivere pienamente, sicuri del fatto che prima o poi, con la forza di volontà, di tutti però, il mondo potrà cambiare.

Solo allora decideremo se abbassare ancora la testa oppure riabbracciarci, come in un film in bianco e nero, come una volta, in un’altra vita.

Alessandro Sipolo – Eresie (fasolmusic.coop)

Alessandro Sipolo si muove in direzione ostinata e contraria, contro il vento che inonda la faccia del tempo vissuto e contro ogni forma di mercificazione che la letteratura musicale ormai ora ha raggiunto pur di riuscire nell’intento di stupire o attirare nuovi discepoli.

Parlo di letteratura musicale perché Alessandro è un cantautore che riesce a dare forma sostanziale alle parole, non semplici frasi lasciate li per caso, ma piccoli pezzi di poesie che incrociano le orecchie attente di chi ascolta e sanno comunicare un concetto di libertà e soprattutto di mondialità.

Una mondialità priva di barriere che viene narrata con l’utilizzo di luoghi geografici in molte canzoni, le citazioni territoriali servono a far immedesimare l’ascoltatore con i luoghi che per quest’ultimo hanno un valore, sono pregni e carichi di significato e questo si può definire tranquillamente un valore aggiunto di certo invidiabile.

Le mani sulla città vede la collaborazione del chitarrista e compositore Alessandro Asso Stefana, mentre in Arnaldo spunta l’acustica del bandabardiano Alessandro Finaz Finazzo, la batteria è curata da Ellade Bandini mentre al basso è presente Max Gabanizza a sottolineare l’importanza della prova stessa, in un miscuglio eterogeneo di complessità e colori.

Prodotto artisticamente da Taketo Gohara e Giorgio Cordini, questo disco ha tutte le carte in regola per fare un salto di qualità meritato e ricercato, nel mare di produzioni nostrane, nell’oceano della musica italiana.