Il geometra Mangoni – L’anticiclone delle Azzorre (Qui base luna)

Canzoni siderali che parlano d’amore senza usare la parola amore, quel sentimento abbracciato alla vita e alla natura che sottilmente pervade l’atmosfera di codici velati e di parole che si susseguono, cantate magistralmente in italiano e composte per creare una poesia post crepuscolare e accesa da qualche bagliore di luce, da qualche sottigliezza che esagerando si inabissa nel nostro profondo, dentro a mete ricercate, vissute e composte.

Maurizio Mangoni con i suoi fidi collaboratori intasca una prova di puro indie pop internazionale condito da un’elettronica efficace e mai banale che evidenza le stratificazioni del pezzo e divincola il passato, lasciando posto ad un presente ben incasellato e immaginifico; un’immaginazione coinvolta e sorpresa, sentita e ricondotta al nostro essere come non mai.

Un curriculum di tutto rispetto, che porta appresso la svolta, una svolta dal sapore di neve e colori tenui, tinte pastello che non si stancano di raccontare e raccontarsi, aria di quiete e solitudine nel frastuono quotidiano, unica via di salvezza e lontano quella fiamma, la fiamma del cantautorato che oggi ha un nuovo esponente, fuori dai cantautori degli anni zero, questo geometra che misura parola per parola nel dare un senso necessario alla nostra vita.

Vale & The Varlet – Believer (A Buzz Supreme)

Suoni insonni dalla cameretta, trasformati per l’occasione da boleri affascinanti e incursioni classicheggianti a citare aforismi e parole prese in prestito dalla discografia storica mondiale per dare vita ad un disco a tratti cupo e oscuro, vibrante di quella capacità che solo l’incontro può sperimentare e socchiudere, attendere e sperare, elargire da un pianoforte il suono del futuro che verrà, tra sperimentazione e disincanto.

Il primo disco di Valentina Paggio e Valeria Sturba in arte Vale & The Varlet è una ricca composizione di suoni lunari che non ammiccano alla canzoncina pop, ma si stringono nell’attimo per concedere il volo sperato, dalle porte di una camera fanciullesca fino ai confini del centro della terra; i martelli e i giocattoli non sono mai stati così vicini.

Presenza e partecipazione anche dell’istrionico Vincenzo Vasi e Luca Savorani, che intensificano i rapporti e creano una sorta di moto perpetuo alle canzoni che già di per sé hanno una propria vita, un cammino penetrante da seguire e costeggiare, su cui credere e su cui sperare.

Un disco imprevedibile, che ad ogni ascolto si cala sul palco della vita e da una visione del tutto soggettiva e surreale del contesto in cui ci troviamo, una musica che va oltre il concetto spaziale e si concentra, in modo prodigioso, sulle immagini del nostro tempo.